sabato 2 maggio 2015

La narrazione renziana e la sinistra PD

Riletto il primo post, mi pare che in termini economici da aggiungere ci sia poco, e anche per questo sto accusando una certa stanchezza, e sono diviso sempre più profondamente fra l'atteggiamento un po' aristocratico di Sergio Cesaratto al #goofy3 (sintesi: chi oggi non ha ancora capito è inutile) e le esortazioni di tanti che mi dicono come continuare a spiegare le cose inutile non sia.

L'utilità di uno sforzo, tuttavia, si misura rispetto a un obiettivo, però, e l'obiettivo qual è?

Se le élite che ostentano di voler difendere la democrazia non hanno capito che questa difesa oggi non è un problema politico, cioè un problema di regole (visto che i rapporti di forze sono chiaramente definiti), ma un problema culturale, un problema di categorie interpretative della realtà (che se sovvertite potrebbero sovvertire i rapporti di forze), se nemmeno questo obiettivo condividiamo, definire il rapporto mezzi/obiettivi diventa veramente arduo!

Non pretendo che questa ottica sia giusta, e soprattutto non pretendo che, posto che lo sia, i potenziali interlocutori lo capiscano. Non sono certo stupidi, ma hanno il diritto, come tutti, di essere vittime della shock economy, il cui principale scopo è frastornare i cittadini per prevenire, appunto, la maturazione di una coscienza civile. Magari sarebbe gradita, nel caso il mio argomento fosse sbagliato, una pacata e argomentata confutazione, che mi aiuterebbe a rivedere la mia strategia.

Tuttavia, se la frase che sopra ho evidenziato ha un senso, allora è del tutto evidente che Biasco et id genus omne (Rodano, Realfonzo, e via terroristeggiando e sognoeuropeggiando) sono molto più pericolosi per la democrazia di Renzi, in quanto forniscono alimento a una visione del mondo funzionale alle logiche del potere che ci opprime, e fanno pertanto terra bruciata intorno a chiunque voglia portare avanti una diversa Weltanschauung (mi dispiace se torno sul solito argomento, ma ci tornerò fino alla morte - metaforica - dell'interlocutore).

Intendiamoci: non sto dicendo che non ci si debba opporre all'Italicum, per carità! La cagnara sull'Italicum ha un senso, ma anche no. Una riforma liberticida può backfire, come dicono quelli che se ne intendono. Un amico che in pubblico mi dice una cosa e in privato un'altra, essendo esperto, mi ha fatto notare che il Mattarellum era nato per salvare la Democrazia Cristiana, e servì invece a smantellarla. Io ve la vendo come l'ho comprata, se dovessi spiegarla ar Palla non saprei da dove cominciare, anzi, se me la spiegate ve ne sarò grato - invoco qui i sempre graditi Buffagni, Kthrcds, Porter, ecc.. Se dovessi spiegare il concetto di backfire ar Palla farei l'esempio più classico, l'esempio di Quisling, quello che venne meritatamente (si può dire?) fucilato in base alla legge sulla pena capitale da lui ripristinata per compiacere agli occupanti nazisti. I norvegesi, a quella legge, erano contrari, ma già che c'erano prima la usarono per ringraziare il collaborazionista - e poi, subito dopo, l'abolirono.

Trasposto ai nostri giorni, è ovvio che lo scopo del simpatico giostraio è blindare il potere che occupa con la sua minoranza, ed è quindi ovvio che lasciarglielo fare apre a derive pericolosissime, ma insomma, Dio santo, mica è da ieri che questo succede! Mi fate il sacratissimo favore di leggervi La fabbrica del falso, se non l'avete fatto? Per invogliarvi, e per farvi capire, ecco pagina 66:



Sono anni che siamo avviati su un percorso di svuotamento della democrazia, e questo Vladimiro lo espone con una chiarezza encomiabile. È una bella cosa? Direi di no. Del resto, la voleva l'esecrando Gelli (e l'ha realizzata il santino laico Segni!). Ma il punto è che, in linea del tutto astratta, una legge che blinda la minoranza potrebbe anche rivelarsi controproducente per chi la propone, se nel frattempo i cittadini cominciassero a intravedere le effettive priorità.

Una legge nata per blindare il PUDE potrebbe finire per blindare un partito che difenda gli interessi del paese, who knows? Il vero problema quindi, dal mio punto di vista, rimane quello di portare il paese a conoscere i propri interessi.

Non sento una particolare ansia in tal senso da parte di chi si oppone strenuamente e giustamente alla riforma liberticida. Il problema è chiaro, e risulta molto bene da questo a suo modo strepitoso intervento di D'Attorre:



Tutto giusto e bene esposto, contrastando con garbo l'atteggiamento della Sardoni (taccuino).

Molti hanno insistito sulla parte finale dell'intervento, quella nella quale D'Attorre mette in evidenza che il DEF sconta una disoccupazione strutturale attorno al 12% (o quel che l'è, il numero conta poco). In parole povere, i nostri governanti assumono che con una disoccupazione a una cifra la nostra inflazione ripartirebbe, rendendo i prodotti italiani poco convenienti sui mercati esteri, e quindi si sono dati l'obiettivo - camuffato da un bel latinorum tecnocratico - di tenere la disoccupazione a due cifre ancora per un po'. Sì, va bene, questo è scandaloso, il modo in cui il prodotto potenziale e il NAIRU vengono calcolati è criticabile, ecc. Roba che qui sappiamo da anni, tutto noto e tutto già detto. Attenzione: non dai politici: quindi fa bene D'Attorre a ribadirlo.

Bravo.

Ma per me la chiave di volta dell'intervento di D'Attorre è al minuto 1:50: "La narrazione di quello che avvenne fra 2011 e il 2012 io credo che andrebbe rifatta".

E certo che andrebbe rifatta!

Ma c'è un problema, purtroppo: questa narrazione l'avete fatta voi!

Un esempio? E che cce vò, qui se lo ricordano tutti: la famosa scena dell'esorcismo, nella quale chiesi a Stefano di liberarsi, dicendo la verità. Perché a quella data (e si era al 2 marzo 2013) gli argomenti erano ancora: "Nel 2011 eravamo sull'orlo della bancarotta" (le parole esatte me le cercate voi? Io ho Internet lentissimo. Qualcuno mi sbobina lo scambio di battute fra me e Fassina? Grazie...). Ma ci sono anche cose più di nicchia, che a molti erano sfuggite...

Vladimiro mi ha chiesto di eliminare da questo post una potenziale ambiguità, perché secondo lui io suggerisco surrettiziamente che Fassina avrebbe votato il Fiscal compact, quando, come tutti sappiamo, gli era tecnicamente impossibile farlo. Vedo che continuiamo a non capirci. Se la frase sopra evidenziata (la difesa della democrazia è un problema culturale) ha un senso, avvalorare la "narraFFione" del "fate presto" a marzo 2013 è molto, ma molto più grave che non votare il Fiscal compact a luglio 2012 (cosa che Fassina non ha fatto). Ma se Fassina non ha votato per il Fiscal compact, è perché non era in Parlamento. Tuttavia, che lui all'epoca fosse un autentico falco pro-austerità lo sappiamo, è consegnato agli atti!

Anche lui (e sapete quanto gli voglia bene: Rockapasso è perfino gelosa!) ha detto quello che pensava al Financial Times, esattamente come quello al quale voglio meno bene. La precisazione di Vladimiro quindi è apprezzabile, ma qual è la sua portata effettiva? Sappiamo tutti che se fosse stato in Parlamento Fassina avrebbe votato il Fiscal compact, e anzi, perdonatemi ma qui bene amat bene castigat, sappiamo che se è finito in Parlamento, è proprio perché all'epoca era perfettamente chiaro che se avesse potuto avrebbe votato dieci cento mille Fiscal compact, che era un supporter (forse non sfegatato, ma pur sempre supporter) del montismo e del fateprestismo (che infatti ribadiva a marzo 2013, quando la Commissione Europea lo aveva sbugiardato a settembre 2012, chiarendo che l'Italia non aveva mai avuto un problema di sostenibilità fiscale di breve periodo (p. 35), ed era messa piuttosto bene nel lungo (p. 42), meglio della Germania, per gli ovvi motivi legati alle dinamiche demografiche qui più volte evidenziati.

La narrazione del fate presto era falsa, e l'attuale sinistra PD continuava a proporcela sei mesi dopo che la Commissione Europea, essendo andata all'incasso di quello che i grandi creditori suoi mandanti desideravano, poteva tranquillamente sconfessarla!

Orsù, direbbe qualcuno!

Ora, intendiamoci, qui ci sono due problemi, uno metodologico e uno politico.

Quello metodologico si riassume nella frase che il solito coglione di turno potrebbe essere tentato di profferire: "La storia non si fa coi se". Infatti. La storia si fa coi sé. Possiamo andare avanti?

Il problema politico è più interessante.

Capisco che agli occhi delle anime belle passerò per un Maramaldo, per uno che si accanisce sulla parte perdente, e questo, per di più, nel momento in cui sta combattendo una battaglia "giusta". Sarà così. Ma vedete, cerchiamo di capirci: io non sono un genio della politica, né dell'economia. Come ho spiegato al mio attuale editore, ambisco solo a diventare una nota a piè pagina nella storia della letteratura italiana (e lo diventerò). Punto. Da ciò consegue che la memoria che ho io, la hanno anche altri, e che le conclusioni che traggo io, le traggono anche altri, e prima e peggio di me.

Allora, attenzione, perché non solo le riforme, ma anche l'opposizione a esse potrebbe backfire!

Cosa voglio dire? Una cosa molto semplice, quella che ci ricordava Keynes: he who will the end will the means! Chi ha voluto l'euro (il fine), e per questo motivo ha voluto l'austerità (uno dei mezzi), ha grosse difficoltà oggi nel dissociarsi da un altro dei mezzi, ovvero la repressione della democrazia. Siamo sicuri che l'Italicum sia la linea del Piave giusta?

Per carità, come diceva giustamente Vladimiro ieri su Twitter, ormai sono arretrati fino a qui, cosa vuoi che facciano?

Faccio due considerazioni, una retrospettiva e l'altra prospettiva.

Quella retrospettiva è che attestarsi sul Jobs act forse (dico forse) avrebbe avuto più senso. Sì, capisco: all'interno del PD, che anche per colpa vostra è diventato un partito di ispirazione fortemente liberista, l'opposizione a una riforma di stampo mercatista forse sarebbe stata capita meno dell'opposizione a una riforma più "politica". È chiaro che se volete parlare al cuore degli addetti ai lavori (e secondo me dovete farlo) l'opposizione all'Italicum ha più senso di quella al Jobs act, no?

D'altra parte, però, ci sono due downside risks: il primo è che così non parlate al partito di maggioranza, quello degli astensionisti, che si sono rotti i coglioni di tecnicismi elettorali; il secondo è che chi ancora vota penserà: "Ora si sono inalberati perché quello che è in gioco non è il mio posto di lavoro, ma il loro, e quindi che se ne vadano al diavolo!". La battaglia per una legge meno liberticida sembra, ahimè, pur non essendolo, una battaglia che certe minoranze politiche combattono nel proprio interesse. Quella sul Jobs act un rischio simile lo correva di meno, e se è vero che da un lato avrebbe potuto essere strumentalizzata da Renzi come "Guardate questi "vecchi" come Bersani, Prodi e i loro cuccioli che mi impediscono di modernizzare il paese!", dall'altra avrebbe almeno portato l'attenzione sul punto cruciale del disegno liberista del quale l'euro è testata d'angolo: il tentativo (finora riuscito) di estirpare il diritto al lavoro dalla costituzione, per riportarlo nel codice civile.

Quindi, pur prestandosi a un ovvio contrasto da parte del giostraio, la battaglia sul Jobs act avrebbe avuto un valore di signalling maggiore. Già oggi, come al solito dopo essere passate all'incasso, le élite internazionali sconfessano il fondamento ideologico in base al quale hanno chiesto certe riforme. Il capitale politico costruito opponendosi pagherebbe quindi già oggi i primi interessi (che nel video proposto D'Attorre riscuote abilmente, ma in proporzione al capitale investito: poco!).

Certo, voi mi direte: "Ma Alberto, tu la fai facile! Certe cose è già difficile farle capire a un parlamentare, figuriamoci a un elettore! Qui occorrono messaggi chiari, ecc. ecc.".

Ah, io non discuto.

I professionisti, si sa, siete voi, e si vede.

Ma il punto però sempre quello è: siamo d'accordo o no che qui c'è bisogno di una rivoluzione culturale? E che chi più ha fatto per costruire il falso, ora più dovrebbe fare per prendere le distanze da esso?

Molto prudentemente qualcuno lo sta facendo. Vi propongo un altro Fassina, annata 2015. Anche qui, tutti si sono soffermati sulla proposta "shock" (la pacata considerazione che la Grecia non ha altra strada che l'uscita dall'euro), mentre secondo me le chiavi di volta dell'intervento erano altre due, che sono, ovviamente, passate inosservate: l'affermazione che il buon senso non è né di destra né di sinistra (al minuto 6), e la frase più significativa: "quelli che mettono in evidenza le conseguenze catastrofiche dell'uscita dall'euro devono rendersi conto, probabilmente lo sanno e non lo dicono, che la rotta sulla quale siamo porta al naufragio".

Ecco.

Qui ci siamo.

Chi ha cooperato al progetto terroristico, ha mille e uno modi per rimediare al danno fatto.

Di tutti questi possibili modi a me, personalmente, la doverosa opposizione all'Italicum continua a sembrare il più inefficace: sposta il discorso su un piano del tutto diverso e offusca il fulcro del problema, che è e continua a essere quello che in questo blog e nei miei libri ho chiarito e sto chiarendo a tante persone: l'Italicum non salta fuori out of the blue sky perché Renzi è cattivo dentro! L'Italicum è la necessaria conseguenza del fatto che un sistema nato per distorcere la distribuzione del reddito a danno della maggioranza, se vuole sopravvivere, deve comprimere la democrazia. Vi ho documentato con una bella fotina che Giacché queste cose le diceva anni or sono: è così difficile farle capire à gauche?

Finché non si riuscirà a far capire questo agli elettori, la battaglia sull'Italicum, cari politici, temo sarà vista dalla maggioranza degli astensionisti e dei votanti come una battaglia a difesa delle vostre riverite terga. Ma per far capire questo bisogna andare con più decisione nel senso di Fassina (2015) (ortogonale a Fassina, 2013): opporsi decisamente alla narraFFione dei miei colleghi opportunisti e scientificamente impreparati, prendendo politicamente le distanze da essa in modo esplicito, e diffondere un resoconto dei fatti più coerente, più ancorato all'evidenza, più scientificamente fondato.

Sì, lo so, sono in conflitto di interessi.

In Italia questo resoconto è consegnato ai libri miei e di due miei amici: Vladimiro e Luciano, e basta. Punto. Il resto o è roba che si arrampica sugli specchi per difendere l'euroFogno, o non ha fondamenta scientifiche solide, o non c'è.

E allora che vogliamo fare?

È colpa nostra?

Siamo noi che dobbiamo vergognarci per aver detto la verità, o è qualcun altro che dovrebbe vergognarsi per aver mentito, e soprattutto per continuare a farlo?

Vogliamo lasciare la narraFFione giusta nelle mani sbagliate, o vogliamo farne il catalizzatore di una rivoluzione culturale che diventi movimento politico?

Ne vogliamo parlare, oppure preferiamo continuare a fomentare la melma tsipriota eurobelloausteritàbrutta che, se pure non è a libro paga della Bce - e potrebbe anche esserlo, who knows? - è ormai chiaro che non porta da nessuna parte?

Vogliamo, come sto chiedendo da mesi, lanciare messaggi non solo agli addetti ai lavori "politici", ma anche agli "economisti", facendogli capire che la verità potrebbe in un domani non lontano avere copertura politica, e spezzando così quel circolo vizioso che vi impedisce di parlare ai vostri "perché Bagnai è leghista" e che a me impedisce di coinvolgere più colleghi "perché la minoranza è perdente"!

E poi, scusate, la verità mica l'ho detta solo io? Vi ho fatto vedere almeno altre due persone cui potete far riferimento per cominciare a distanziarvi pacatamente, ma fermamente e sistematicamente, dagli economisti che propalano teorie funzionali a un disegno conservatore! Va detto e ripetuto che chi dice certe fregnacce ("gli aerei sequestrat a Berlino!") esagera e non ci crede nemmeno lui. Ogni finestra di opportunità mediatica va usata per opporre al terrorismo elementi fattuali. Nel momento in cui cominciaste a prendere le distanze, i potenziali riferimenti intellettuali "critici" aumenterebbero. Gli accademici sono autoreferenziali e gregari per natura. La letteratura scientifica internazionale ha già condannato l'eurozona da tre o quattro anni (i miei lettori sanno), quindi fra un po' anche qui i miei colleghi verranno a spiegarmi che l'euro non può funzionare! Se vedeste che bel dibbbattito si sta sviluppando a Roma 3 grazie a Cesaratto, ad esempio! Ricevo certe letterine che se le ricevesse l'ultimo dei miei lettori si sganascerebbe dalle risate.

Ci stanno arrivando, gli illustri colleghi, ma la battaglia culturale (culturale, non politica) deve partire da voi. Ve la sentite? O dobbiamo ricordarvi montiani?

Ecco, per me le domande sono queste.

E, visto che, come dire, io sono un professore, quindi oltre alle lezioni devo anche tenere esercitazioni, segue esercitazione: mi sono lievemente rotto i coglioni di sentirvi citare la qualunque, perfino papa Francesco (che, porello, se si è trovato a essere di sinistra è essenzialmente per colpa vostra!), pur di non citare L'Italia può farcela, Anschluss, o Euro e (o) democrazia costituzionale.

Non sto cercando piazzisti, non aspiro a vedervi fare quello che, con una certa astuzia politica, ha fatto Salvini, non sia mai!

Sto solo rimarcando che state facendo molto meno per portare laggente al discorso giusto, di quanto avete fatto per portarla a quello sbagliato. E se lo rimarcassi solo io, questo non sarebbe un problema. Ma non lo rimarco solo io. Quindi, che ci crediate o no, è un problema. Magari piccolo. Diciamo che è un problemino. Ma in ogni caso è vostro e non mio. Non volete diffondere la narrazione giusta? Non c'è problema: almeno nel mio caso, si diffonde tranquillamente da sé. I miei libri, come i prodotti della ricerca di a/simmetrie, non hanno colore: sono resi pubblici perché chi lo desidera se ne serva. Non mi pare che portino sfiga a chi decide di approfittarne, sicuramente meno sfiga di altri discorsi, a giudicare dai risultati.

Ma almeno, e questo ve lo suggerisco toto corde nell'interesse vostro e del paese, trovate il modo di spiegare perché, come e quando avete capito che quello che difendevate non aveva senso, che la narrazione che avete propugnato era sbagliata. Documentando il vostro percorso (senza far nomi, per carità, altrimenti i colleghi si ingelosiscono!) eviterete di fare la figura dei voltagabbana, e soprattutto aiuterete quelli che a voi interessano tatticamente, cioè gli insider, a fare un percorso simile, o quanto meno a porsi delle domande. Come siete passati dal fateprestismo montiano alla percezione scientificamente fondata che il sistema è insostenibile? Lo volete spiegare ai vostri compagni? Non è che dobbiate fargli una lezioncina: ci sono mille e uno modi per farsi capire! Gli esperti siete voi...

Tanto vi dovevo (contento, Vlad, della disambiguazione?).

Dieu et mon droit.

212 commenti:

  1. Suppongo che il suo amico intendesse questo: la DC stava scomparendo dal panorama politico a causa di Mani Pulite, pertanto col maggioritario avrebbe potuto salvare capra e cavoli giacché avrebbe vinto in tantissimi collegi con un numero di voti ben al di sotto del 50% più uno, rendendo quindi inutili i voti ai partiti che si stavano affacciando sul mercato politico in quell'epoca (primo fra tutti la Lega Nord, ma anche la Rete di Orlando, che erano forti proprio nelle roccaforti democristiane: Veneto e Sicilia). Il punto è che poi sarebbe venuto Berlusconi, che avrebbe inglobato tutti i voti della vecchia DC. Ma questo, nel '93, nessuno poteva saperlo.

    Con l'Italicum potrebbe aprirsi uno scenario simile. Renzi immagina di usarlo per blindarsi a Palazzo Chigi, ma non l'ha detto nessuno che il Pd debba arrivare al 40% dei voti al primo turno. Se arriva al 39 si va al ballottaggio (contro il M5S?), e al ballottaggio le opposizioni potrebbero coalizzarsi per batterlo. E, anche se non dovessero coalizzarsi, sappiamo benissimo quant'è mobile l'elettorato italiano, specialmente in un periodo di forte crisi economica. Lo dico da mesi che l'Italicum, legge elettorale tutt'altro che perfetta, potrebbe farci togliere lo sfizio di defenestrare il premier. Almeno questo...

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    1. Sommessamente suggerirei di dare uno sguardo alla luna piuttosto che al dito.

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  2. semiOT: le espessioni facciali di Adinolfi e dell'altro tizio mentre parlava d'Attorre inducono ad una visione in loop del filmato per almeno 100 volte

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    1. Attenzione alle inquadrature (non continue), ma si vede che fra il tempo 2,19 e il tempo 2,26 i due fenomeni sono rimasti gelati, immobili, fissi.
      Sembrava una di quelle scene in cui il tempo si congela per tutti mentre il protagonista si muove. Lo ha colto anche il regista che ha tagliato le immagini di repertorio e ha riportato la scena in studio.
      Attorre era entrato nella quarta dimensione - la verità - e davanti a lui c'erano solo statue di cera.
      Da meditare.

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    2. Concordo: imperdibili. In questo buio mondo, ogni tanto arriva un raggio di sole.

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  3. dal min. 37:20]

    Paragone: Andiamo dietro ai desiderata di questa economia, oppure ... perché una scelta andrà pur fatta - oppure diamo delle risposte concrete all’impresa reale che ultimamente batte in testa anche per il diverso peso dell’economia, Bagnai... e poi andiamo su...

    Bagnai: Perché il rappresentante di una branca di un’istituzione finanziaria privata straniera è così contento del governo Monti, del governo che ci ha regalato due punti e mezzo di recessione quando saremmo dovuti crescere dello 0,7% l’anno scorso? Ci vogliamo porre questa domanda?

    Paragone: Ma infatti, il paese reale... lo ha... lo ha bocciato

    Bagnai: Noi, noi per cosa abbiamo pagato l’IMU? Non l’abbiamo pagata per risanare il nostro debito pubblico che infatti è peggiorato e che non era in condizioni di sofferenza. L’abbiamo pagata per raggranellare dagli italiani risorse da veicolare attraverso il MES [Qualcuno nel pubblico: “Bravo!”] ai paesi in difficoltà come la Spagna e la Grecia, ma attenzione non sono in difficoltà i paesi, ma [Tremonti: “Le banche”] le banche che devono restituire alle banche del Nord. Noi stiamo salvando la Germania con le tasse degli italiani e il governo Monti è stato mandato lì
    a fare questo lavoro e i nostri simpatici esponenti della sinistra hanno sostenuto questo governo, dopo che da quindici anni sostengono una menzogna, cioè sostengono che un sistema monetario, nel quale gli shock (come l’onorevole Fassina sa benissimo perché lo ha anche pubblicamente ammesso) necessariamente si scaricano sulle classi più deboli, che è il sistema dell’euro, è un sistema di sinistra, allora, scusa eh, ma prima quando il presidente dell’associazione di categoria, e quell’imprenditore, che mi ha veramente stretto il cuore, si lamentava dicendo: “dieci anni fa eravamo”, no?, poi però la sua diagnosi era: “adesso licenziamo un milione e mezzo di statali” - allora, caro, mi licenzio da solo, ma lei mi deve dire se dieci anni fa sono stati assunti un milione e mezzo di statali o se siamo entrati nell’euro. Lei mi deve dire questo, perché questo fa la differenza! Oh... chiaro? Ecco!

    Paragone: Monti ha perso...

    Bagnai: No! Ha perso anche la sinistra, perché sta mentendo da vent’anni su sta cosa che l’euro è tanto bello. Io questo però gliel’ho detto!

    [segue]

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  4. Paragone: In un momento di crisi sociale, perché il centro-sinistra non è riuscito a convincere una maggioranza significativa [Bagnai: “e... per forza”]

    Fassina: non è riuscito a convincere una maggioranza significativa... perché ha dovuto sostenere in questa fase politiche sbagliate...
    io vorrei ricordare però... mi rendo conto che non strapperò nessun applauso, [Bagnai: va be’ su... Paragone: e io garantirò il silenzio] ma lo dico lo stesso: non è [anacoluto] anche se non è...
    ... nel 1992, quando non c’era l’euro, siamo andati, siamo andati... eh... fuori strada, c’era la lira....

    Bagnai: fino al 1992 avevamo il cambio fisso da cinque anni, era come avere l’euro, Fassina, però non dica queste cose, perché comunque avevamo un cambio fisso...

    Fassina Mi fai finire...? Mi fai finire...? mi fai finire...?

    Bagnai: ma ti faccio finire sì!

    Fassina: Nel 1992 noi siamo saltati con un debito pubblico che era arrivato al 123% del PIL, pagavano interessi sul debito pubblico che erano pari al 13% del PIL


    Bagnai: Li pagavamo per mantenere il cambio fisso! Fassina! Lo sai! Perché fai questo? La gente ti guarda e lo sa, perché gliele stiamo dicendo queste cose.

    Fassina: ...13% del PIL! Ma che cosa dici, tu stai sostenendo che potevamo andare avanti come siamo stati fino al ’92, che andava tutto bene? è una sciocchezza...

    Bagnai: Non è vero Fassina...

    Fassina: ...perché avremmo, perché ci saremmo ribaltati molto peggio di come ci stiamo ribaltando adesso. ... Tutti questi Soloni che fanno le prediche... voi non avete, non avete idea... non avete idea! Io ti vorrei, ti vorrei mettere al ministero dell’Economia

    Bagnai: dammi tempo... dammi tempo

    Fassina: ... e farti gestire per un mese il ministero dell’economia, poi voglio vedere le chiacchiere quando devi pagare le pensioni, quando devi pagare gli stipendi, quando devi...

    Tremonti: perché non lo dicevi due anni? Ma dai...

    Fassina: no, io lo dicevo pure due anni fa, e ti ricordo che criticai l’impegno che avete preso al pareggio di bilancio nel 2014

    Tremonti: Fassina, sei un bugiardo, sei un bugiardo! ... Fassina, Fassina, adesso capisco perché ti stanno bocciando tutti, dai...

    [applausi]

    Fassina: Tremonti! Caro professore, sono le cose che noi abbiamo sempre detto. Tu mi dovresti dire perché, perché nell’estate del 2011, invece di dirle ora queste cose...

    Tremonti: Perché c’era un criminale che voleva farci il pareggio di bilancio con ricatto!

    Fassina: Ma se era così facile dirgli di no, spiegalo a lui, allora, spiega a lui, perché nel 2011 a Draghi che t’ha ricattato non hai detto de’ no?

    Tremonti: Fassina una cosa che mi tranquillizza e che tu al governo non ci vai!

    Bagnai: ah allora Draghi l’ha ricattato, finalmente una cosa giusta l’abbiamo detta e cominciamo a dire la verità! Così andrà meglio!

    Liberati - Liberati - Fassina. Dilla la verità! Perché poi la gente di voterà ...

    Fassina: Il professor Tremonti l’ha detto... ma se era così facile...

    Bagnai: Ma se continui a dire che nel ’92 i tassi erano alti perché noi siamo cattivi e non perché dovevamo mantenere il cambio fisso, la gente non ti voterà ...

    Fassina: Ma no... perché eravamo un paese con un sacco di problemi...

    [pubblico protesta...]

    Bagnai: La gente lo sa!

    Fassina: .... anche allora, che cercava di nasconderli col debito pubblico e con le svalutazioni, che è un sistema che non può continuare, purtroppo, e non abbiamo fatto le riforme in questi venti anni che avremmo dovuto fare.

    Bagnai: Fassina è cambiata l’aria. La gente le cose le sa.

    [min 42:30]

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  5. Completamente OT, ma questi sono i link di coloro ai quali ti suggerivo di inviare il paper su Energy Policy:

    http://belfercenter.ksg.harvard.edu/experts/2510/leonardo_maugeri.html

    https://www.ihs.com/experts/dan-yergin.html

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  6. ...Sardoni (taccuino)… dai tentativi di interruzione mi pare che anche la mezzobusta abbia capito più di qualcosa…

    Il suo collega che l'ha spesso ospitata alla mattina - e di cui adesso mi sfugge il nome (è napoletano, se non sbaglio) - mi è MOLTO più simpatico, anche lui dà l'idea di aver capito ma al contrario della pesciolona non tenta goffamente di mettere a tacere i suoi ospiti.

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    1. Marco credo che il giornalista a cui lei fa rifermiento sia Andrea Pancani.
      Io non guardo la TV (e non lo dico per falso snobismo piddino...e che proprio non la possiedo) ma visionando gli spezzoni di trasmissioni televisive sul web mi pare sia uno dei pochi conduttori dotato di buona educazione e cortesia e che si sforza un minimo per far emergere i contenuti espressi dai propri ospiti (nel caso essi abbiano contenuti da proporre all'ascoltatore). Se non sbaglio era presente anche al goofy3.

      La giornalista che dialogava con D'Attore ha tenuto un atteggiamento che oltre a far danni squalifica se stessa (la postilla "taccuino" del Prof. mi tajato). La cosa deprimente è che tale atteggiamento non ci stupisce più da molto tempo, la cosa buona è che ancora ci fa arrabbiare!

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    2. La Sardoni è presidente della associazione stampa parlamentare.
      E ho detto tutto.

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  7. Caro Alberto, negli anni Settanta lo scrittore nero americano Richard Baldwin disse, all'indirizzo dei suoi compatrioti bianchi: "Domani, sarete tutti dei negri." Non alludeva alla pigmentazione della pelle. Diceva: domani, sarete tutti isolati, frantumati, atomizzati come noi. Sarete spossessati di tutto: del vostro passato, della vostra cultura, dei vostri usi e costumi. Passerete il tempo a lamentarvi, a fare le vittime (e lo sarete, beninteso). Non sarete responsabili di niente di quel che vi accade. La colpa di tutto sarà sempre DEGLI ALTRI.
    L'ho presa un po' larga per arrivare al punto, e il punto è questo: IN NOME DI CHI si battono o dovrebbero battersi i dissidenti del PD? A quale "noi" si riferiscono? E' questa, la traduzione politica della "questione culturale" che tu indichi, giustamente, come decisiva.
    Per essere coerenti con le loro analisi recenti sull'euro e la UE, Fassina e i suoi amici dovrebbero, tout simplement, identificare questo "noi" con gli italiani. Purtroppo, nella cultura di Fassina e dei suoi amici "gli italiani" non esistono. O meglio, esistono come aggettivo ("gli elettori italiani", "i lavoratori italiani", etc.) ma non esistono "gli italiani" come popolo che affonda le sue radici nel lontano passato e (forse, speriamo) vuole esistere nel lontano futuro. Nella cultura di Fassina e dei suoi amici, gli italiani sono divisi in italiani veri e italiani falsi. Gli italiani veri sono gli italiani antifascisti e progressisti; gli italiani falsi, sono gli altri: per esempio i piccoli imprenditori leghisti, quelli che protestano contro l'immigrazione, etc.
    E', rovesciato di segno, l'errore di più funestamente durevoli conseguenze che abbia commesso il fascismo, un altro partito che si volle, ossimoricamente, "partito della nazione"; e spiega, per esempio, come mai in Italia non siamo riusciti a fare quel che la Spagna franchista, dopo una guerra civile ben più atroce della nostra, è pur riuscita a fare con la Valle de los Caìdos: seppellire insieme i caduti di entrambe le parti IN QUANTO ITALIANI, in quanto fratelli nati dalla stessa madre e dallo stesso padre (Antigone, do you remember?)
    Prima della loro onorevole conversione, Fassina e i suoi amici hanno identificato gli "italiani veri" con un progetto/sogno sovrannazionale che aveva il merito culturale di costringere gli italiani falsi a diventare tali e quali agli italiani veri. Oggi, dopo la conversione, scoprono che il progetto/sogno sta distruggendo TUTTI gli italiani, falsi e veri insieme; che li disitalianizza, per farli diventare quei "negri" di cui parla Richard Baldwin. Dev'essere una brutta sorpresa. Ma per Fassina e i suoi amici, vedi che cosa coinvolge "dire la verità"? Quante conseguenze e smentite porta con sè? E così, dopo l'infrazione alle leggi sacre che impongono di onorare il fratello caduto, anche se colpevole, anche se criminale, si diffonde nella città l'epidemia di peste (nel linguaggio di oggi: la menzogna, la cecità subita e procurata, l'impotenza, la viltà). Attenzione, caro Alberto: tragedia in corso.

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    1. Una precisazione per me importante. Il fatto che questo ceto politico della sinistra abbia sposato da circa 30 anni le politiche neoliberiste, euriste e sostanzialmente fasciste del capitale finanziario, condannando il paese e i lavoratori tutti alla recessione-deflazione (la durezza del vivere di TPS), non autorizza però a confondere la verità storica degli anni della prima metà del novecento. Lo dico con chiarezza perchè non vi siano dubbi: nel 1943, di fronte allo sbando del regime, alla fuga del re, una coraggiosa minoranza seppe fare la scelta giusta per il riscatto dell' onore del popolo italiano, infangato dal ventennio fascista e dalle sue sciagurate scelte. Non confonderei la doverosa e umana necessità della pietas per i morti, tutti i morti, quelli partigiani, quelli alleati e quelli fascisti e tedeschi, con la verità storica incontestabile. C' era chi combatteva a fianco dell' occupante nazista, contro il proprio popolo, e c'era chi salì sulle montagne e spesso morì per lavare con il proprio sangue l' onta del tradimento fascista e monarchico. Pietà l' è morta. www.youtube.com/watch?v=XGxbGfZA2nY.

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    2. Guarda che si può benissimo dare un giudizio negativo sul fascismo e sulla RSI (lo do anch'io), e insieme pensare che fascismo e RSI appartengono per intero alla storia d'talia e degli italiani, e che IN QUANTO TALI non vanno fatti oggetto di damnatio memoriae, nè trasformati in categorie metafisiche del male costantemente in agguato dalle quali gli italiani si dovranno difendere anche nel 3400 d.C..
      Perchè se invece pensi che fascismo e RSI siano questo, come lo fa sin dalla sua fondazione la repubblica italiana antifascista, devi: a) festeggiare il 25 aprile in quanto liberazione dal fascismo e non considerarlo mai per quel che è (anche), cioè inizio dell'occupazione militare alleata, questa sì tuttora perdurante, al contrario del fascismo che non esiste più b) bollare ogni cultura politica non progressista e non dichiaratamente antifascista per un avatar del fascismo c) e siccome il fascismo è una categoria metafisica del male e non un evento storicamente concluso, dalle culture di cui al punto precedente ci si può e ci si deve difendere in ogni modo, compreso e anzi raccomandato il ricorso al sostegno e all'attivo intervento di potenze straniere antifasciste (USA, UE, "paesi più avanzati", "paesi normali", etc.): ha funzionato così bene la prima volta...
      La necessità del "vincolo esterno" si motiva, culturalmente, proprio così: gli italiani hanno bisogno del vincolo esterno, perchè altrimenti, lasciati da soli, ricascano nel fascismo, che è "l'autobiografia della nazione", cioè il precipitato di tutto quel che ha reso l'Italia un anormale paese levantino di merda, a partire dalla mancata riforma protestante in poi. La cultura del "vincolo esterno" è il fiore della cultura azionista e progressista italiana, che fa da scheletro alla cultura ameboide del PD.
      Da quanto precede consegue, a mio avviso, che non è casuale nè positivo il fatto che, a distanza di settant'anni, i caduti della RSI non siano ufficialmente ricordati neanche con un post it appiccicato sui cessi degli autogrill, e/o che nelle scuole italiane non sia neanche per sbaglio menzionato il nome di eroi quali Teseo Tesei o le medaglie d'oro di El Alamein, per il fatto che essi combatterono e caddero in una guerra dichiarata dal governo italiano fascista.
      Una nazione che vuole vivere e sapere chi è sa assumere senza vergogna anche i periodi difficili o negativi della sua storia.
      Ripeto: la Spagna franchista ha saputo, dopo una guerra civile ben peggiore di quella che si è combattuta in Italia nel '43-45, ricordare ufficialmente e dignitosamente anche i nemici caduti, in un monumento eretto a spese della collettività dove i morti spagnoli vengono ricordati a pari titolo perchè spagnoli (e in quanto a crudeltà, porcate e ricorso all'appoggio straniero, i repubblicani spagnoli non furono secondi ai franchisti, o se per questo ai repubblichini italiani).
      Il fratello che Antigone vuole sepolto onorevolmente non è un santino, è un sovversivo e un criminale. Però E' UN FRATELLO. I fratelli si possono anche sparare e ammazzare, quando è necessario, ma NON si può negargli la sepoltura, cioè a dire il pubblico riconoscimento del fatto che sono anche loro figli di tuo padre e di tua madre. E se rinneghi il fratello, ci dice la saggezza greca, scoppia la peste nella tua città.

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    3. Mi permetto di accompagnare la precisazione di Claudio con una citazione.
      Mi perdonareà il Prof. se oggi abuso della sua ospitalità con molteplici commenti.

      Da "Il sentiero dei nidi di ragno" di Italo Calvino:
      [...]
      Ferriera arriccia la barba bionda; non vede nulla di tutto questo, lui. - Non è così - dice. - Non è cosi, — continua Kim, - lo so anch'io. Non è cosi. Perché c'è qualcos'altro, comune a tutti, un furore. Il distaccamento del Dritto: ladruncoli, carabinieri, militi, borsaneristi, girovaghi. Gente che s'accomoda nelle piaghe della società e s'arrangia in mezzo alle storture, che non ha niente da difendere e niente da cambiare. Oppure tarati fisicamente, o fissati, o fanatici. Un'idea rivoluzionaria in loro non può nascere, legati come sono alla ruota che li macina. Oppure nascerà storta, figlia della rabbia, dell'umiliazione, come negli sproloqui del cuoco estremista. Perché combattono, allora? Non hanno nessuna patria, né vera né inventata. Eppure tu sai che c'è coraggio, che c'è furore anche in loro. È l'offesa della loro vita, il buio della loro strada, il sudicio della loro casa, le parole oscene imparate fin da bambini, la fatica di dover essere cattivi. E basta un nulla, un passo falso, un impennamento dell'anima e ci si trova dall'altra parte, come Pelle, dalla brigata nera, a sparare con lo stesso furore, con lo stesso odio, contro gli uni o contro gli altri, fa lo stesso.
      Ferriera mugola nella barba: - Quindi, lo spirito dei nostri... e quello della brigata nera... la stessa cosa?...
      - La stessa cosa, intendi cosa voglio dire, la stessa cosa... - Kim s'è fermato e indica con un dito come se tenesse il segno leggendo; - la stessa cosa ma tutto il contrario. Perché qui si è nel giusto, là nello sbagliato. Qua si risolve qualcosa, là ci si ribadisce la catena. Quel peso di male che grava sugli uomini del Dritto, quel peso che grava su tutti noi, su me, su te, quel furore antico che è in tutti noi, e che si sfoga in spari, in nemici uccisi, è lo stesso che fa sparare i fascisti, che li porta a uccidere con la stessa speranza di purificazione, di riscatto. Ma allora c'è la storia. C'è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall'altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m'intendi? uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L'altra è la parte dei gesti perduti; degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell'odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene, loro per restarne schiavi. Questo è il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali. Una spinta di riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni: per l'operaio dal suo sfruttamento, per il contadino dalla sua ignoranza, per il piccolo borghese dalle sue inibizioni, per il paria dalla sua corruzione. Io credo che il nostro lavoro politico sia questo, utilizzare anche la nostra miseria umana, utilizzarla contro se stessa, per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l'uomo contro l'uomo.

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    4. Il Valle de los Caídos è meno ecumenico di quel che si pensi.

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    5. La Valle de los Caìdos è dedicata a tutti, ripeto tutti i caduti nella guerra civile spagnola, repubblicani e franchisti, senza distinzione.
      Franco l'ha voluta come atto di espiazione e di riconciliazione nazionale. Vi sono stati eretti il memoriale ai caduti e una abbazia benedettina. La presenza dell'abbazia benedettina in anni recenti ha provocato polemiche, perchè nel memoriale sono sepolti anche caduti repubblicani tutt'altro che cattolici. Per questo, qualcuno promuove la creazione di uno spazio di meditazione non confessionale all'interno della Valle.
      Alla morte di Franco nel 1975, il governo provvisorio e il re Juan Carlos decisero di seppellirlo lì, anche se Franco aveva espresso il desiderio di essere sepolto a Madrid, nella tomba di famiglia. Fu una decisione sbagliata, perchè naturalmente, da quel momento la Valle de los Caìdos fu teatro di commemorazioni franchiste. Nel 2007, le commemorazioni franchiste furono vietate dalla Ley de Memoria Histórica. Nel 2009 il governo Zapatero chiuse a tempo indefinito la Valle de los Caìdos con il pretesto di restaurarla. Lo stesso governo Zapatero ha promosso la rimozione dei simboli del franchismo da tutti i monumenti pubblici spagnoli, mossa geniale.
      Qualche altro genio suggerisce, di recente, di trasformare la Valle de los Caìdos in monumento alla memoria dei caduti per la democrazia (cioè di una sola fazione della guerra civile spagnola+i perseguitati dal franchismo).
      Mia sintesi: che non sia facile commemorare insieme i caduti di una guerra civile va da sè. I discendenti, di sangue o di cultura politica, dei caduti NON POSSONO serbare la stessa memoria degli eventi trascorsi, perchè la memoria è sempre anzitutto memoria affettiva. Se tuo padre, tuo nonno, tuo zio, sono stati ammazzati da mio padre, mio nonno, mio zio, è piuttosto difficile sperare che tu ed io diventiamo intimi amici e andiamo in vacanza insieme. Restiamo però pur sempre italiani entrambi, ed è sperabile che invece di spararci o di escluderci reciprocamente dal novero degli umani possiamo servire insieme, pur con visioni politiche e culturali diverse, la nazione alla quale apparteniamo al medesimo titolo, e nella quale i nostri figli e nipoti dovranno (e, si spera, vorranno) vivere.
      A debita distanza temporale, dopo che le passioni si sono spente, si può invece convenire su un giudizio storico d'insieme.
      Ma le istituzioni nazionali, proprio perchè nazionali (nella nazione ci stanno e ci devono stare tutti coloro che vi appartengono, senza riguardo per le distinzioni politiche o religiose o razziali) devono onorare, cioè commemorare ufficialmente, TUTTI i caduti di una guerra civile. Chi esclude dalla nazione una parte di connazionali in base a distinzioni politiche, religiose, razziali, invece di medicare le ferite della guerra civile prepara le condizioni perchè ne scoppi un'altra.

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    6. Scusate, intervengo su questo punto particolarmente delicato. Per una serie di motivi sono "emotivamente" vicino a Claudio. D'altra parte devo segnalare, a lui come a me, gli esiti potenzialmente destabilizzanti di certe affermazioni di verità storiche. Lo esorterei cioè a mettere insieme i due pezzi del suo ragionamento. Purtroppo NON credo, a una lettura retrospettiva, che sia casuale il fatto che della sacra memoria dei morti partigiani abbiano acquisito il monopolio (rifiutando rigorosamente il "duopolio" alla Roberto) le élite "de sinistra" che ci hanno svenduto al capitale internazionale. Il mantenimento di lacerazioni interne al nostro paese era funzionale al loro desiderio di rifarsi una verginità (del quale questo posto fornisce fulgidi esempi) e di mantenere il controllo impedendo la maturazione di una coscienza nazionale.

      In questo periodo ho grossi problemi con la bilancia.

      Con quella sulla quale qualcuno pesa i morti ho sempre avuto enormissimi problemi.

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    7. Caro Alberto,
      solo una correzione: io non propongo alcun "duopolio". E' proprio per finirla con i duopoli e i monopoli della Storia e del Bene che propongo di onorare insieme tutti i caduti nella guerra civile '43-'45, in quanto italiani.
      Per essere italiani non occorre nè essere buoni, nè fare scelte politiche condivisibili: l'Italia è la nostra casa, non la nostra giudice.
      Poi, se la cosa può interessare, ho avuto parenti che hanno combattuto dall'una e dall'altra parte, più altri parenti che si sono defilati e non hanno combattuto affatto. Personalmente, ritengo che la scelta politicamente giusta, nel '43, fosse di schierarsi contro la RSI e la Germania nazista. E con questa precisazione la smetto.

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    8. Segnalo, per completezza e anche per finirla con una discussione che rischia di suscitare equivoci,, le posizioni in materia di Costanzo Preve. Nell'insieme, le condivido.

      http://www.kelebekler.com/occ/prevenazione00.htm

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    9. Ve lo avevamo detto che prima o poi sareste diventati tutti terroni...
      Eh eh eh eh eh

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    10. Sottoscrivo quanto scritto da Roberto Buffagni. Scriviamolo bene chiaro anche con riferimento ai giorni nostri: per buona parte degli elettori del PD, in particolare i lettori assidui del quotidiano La Repubblica, gli Italiani sono divisi in 2 categorie: quelli eletti e colti come loro e tutti gli altri che vengono aprioristicamente etichettati come ladri-ignoranti-razzisti-fascisti-evasori...Ovviamente, grazie a questo enorme "frame" (come bene ci ha spiegato Marcello Foa), tutte le volte che i suddetti difetti vanno a colpire personaggi esterni al PD vengono immediatamente percepiti, sottolineati ed amplificati, salvo poi venire minimizzati, giustificati o addirittura ignorati quando riguardano personaggi di area PD. E tutto quello che fa il Partito di appartenenza diventa automaticamente "democratico" tramite osmosi diretta dalla scritta "democratico" che appare nel simbolo del Partito. Mi raccontava mio padre, ora ottantenne, che già ai suoi tempi si riconosceva la stessa tipologia in quelli che si vantavano di leggere L'Unità come unico quotidiano portavoce della "vera Italia LAICA, DEMOCRATICA E ANTIFASCISTA"...

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  8. Per temere di perdere la faccia bisognerebbe averne una,e poi viviamo in un Paese dove oggi dico una cosa,domani dico il contrario e dopodomani dirò di non aver mai toccato l'argomento e ci scordiamo tutto.I vari Fassina,D'Attorre e Civati hanno cambiato alcune posizioni semplicemente perchè non contano più un cazzo e nella speranza che queste nuove posizioni diventino prima o poi dominanti.Tutta questa gente mi ricorda il Padre Pizzarro di Guzzanti che sa che gli angeli non esistono,ma il suo lavoro gli impone di dire il contrario.Non credo ci sia la necessità di convincere gli economisti,a parte i pochi a cui il buon Dio ha concesso solo l'intelletto necessario a muovere articolatamente le membra,gli altri sanno benissimo come stanno le cose, "ce stanno l'equazzioni" citando ancora Guzzanti,gli anglosassoni ci sono arrivati prima perchè la voragine dell'eurozona stava rompendo i coglioni anche a loro.Quando tutto verrà giù,o appena prima,tutti quelli che hanno sostenuto queste politiche idiote salteranno sulle scialuppe disponibili e guadagneranno comodamente la riva da cui osserveranno i poveri stronzi delle cabine di quarta classe affogare all'orizzonte.

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    1. Ma padre Pizzarro sa perfettamente che l'istituzione che difende gli garantirà una posizione, non solo a lui, ma anche a suo figlio e ai figli di suo figlio. Non credo che il PD possa garantire altrettanto
      Quello che voglio dire è che se proprio devi sceglierti una chiesa, sceglitela bene. Ecco, forse la minoranza del PD ha capito questo, e cominciano ad abbandonare la nave prima degli altri.

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    2. La miglior cosa che possa fare la minoranza PD è abbandonare il PD è creare il loro partito. Ma per fare questo ci vuole gente carismatica, una comunicazione forte è trasparente che sappia attirare le deluse masse elettorali italiane. Con l'attuale astensione al voto potrebbero fare il botto. Thema principale dovrebbe essere l'attuale crisi italiana è l'euro, non Jobs act, italicum, corruzione, evasione fiscale è stronzate simili è che non si fà la cacca nei pantaloni alle sparate di Schäuble, Draghi, Weidman, Dusselblöd ecc.

      Purtroppo questo tipo di personaggio non lo vedo nella minoranza PD, ma questo è solo il. mio parere. seguendo il scenario italiano dal estero posso anche sbagliarmi. :-))


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  9. Secondo me sfugge un punto importante sulla faccenda Italicum che rende il discorso del backfire valido fino a un certo punto.
    Come sappiamo tutti la legge in questione riprendendo lo spirito del porcellum accentra potere nelle mani di un elite ristretta (i vertici dei partiti) che nomina i parlamentari ed ha un potere di ricatto su di loro. Questo ha delle conseguenze positive per le lobby: è molto più facile indirizzare l'azione dei governi a vantaggio dei poteri forti o far nominare nelle posizione chiave i soggetti graditi a loro. Con un sistema proporzionale con preferenze (il "consultellum" ad esempio) ci sarebbe bisogno di una quantità di mediazioni tali da rendere inefficace e lenta questa influenza delle lobby sulla politica. E credo che il tema delle lobby che premono per estendere il proprio dominio sulle popolazioni sia in ultima analisi il cuore del problema politico e democratico oggetto delle analisi di questo blog.

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    1. O potrebbe blindare un partito e permetterli di combattere le lobby.
      Punti di vista...

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  10. Parole davvero sante, oserei dire quasi pacate. E il problema, immodestamente, anche per me è il 2011: quando siamo stati ridotii al silenzio in tutte le cene del sabato sera tra lazzi, sghignazzamenti e indignazioni. Non avevamo libertà di parola, non potevamo parlare pacatamente di fatti, non potevamo esprimere dubbi. Le venerande terga di Ruby sovrastavano, e soffocavano, tutti noi. Possono degli intellettuali, ancorché impegnati in politica, abdicare alla propria intelligenza, alla propria dignità così senza fiatare? Che cosa deve fare un disgraziato, che cita il documento citato da Alberto sulla sostenibilità del debito pubblico italiano e si sente insultare, perché non capisce un cazzo e se Draghi potesse dire la verità salterebbe tutto per aria? E non ti credevano nemmeno, quando poi citavi gli articoli di Hans Werner Sinn, quel Tucidide in sedicesimo che ci sbatteva sarcasticamente in faccia la verità sul perché erano caduti Berlusconi, Tremonti, Papandreu (più, aggiungo io, Strauss-Kahn). Io senza dubbio esageravo provocatoriamente, quando defenivo il governo Berlusconi l'ultimo governo patriottico; ma se sei gettato nella menzogna, nella propaganda e nell'insulto, non puoi che reagire male. Ieri sera, per la prima volta, alla solita cena, ho potuto dire ciò che diceva Hans Werner Sinn; il clima era mesto, sfiduciato e senza speranza; naturalmente non sapevano che la Deutsche Bank truccava il libor.... Insomma per me gli intellettuali hanno responsabilità gravissime nell'aver abbandonato questo paese, senza fiatare, alla deindustrializzazione, all'impoverimento e all'umiliazione. Gli universitari occupano il primo posto, insieme ai politici, in questa classifica della vergogna: la loro approssimazione, la loro ignoranza, la loro frivolezza intellettuale, la loro bassezza morale hanno perduto l'Italia. Hanno ora il dovere di reagire con pacatezza, ma con decisione: personalmente desidero che ristabiliscano la verità, non esistono i virtuosi del nord e gli schifosi del sud, non siamo noi nazionalisti e loro internazionalisti, è semplicemente ridicolo, e intellettualmente indegno, spiegare la più grave crisi economica dell'Italia con il moralismo. E vorrei che qualcuno di loro spendesse qualche parola per i tanti piccoli e medi imprenditori, verso i quali hanno nutrito sempre un odio implacabile e che ora finalmente possono contemplare nella loro distruzione.

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    1. Tu sai quante volte gliel'ho detto e sai anche perché non mi ascolteranno mai. Queste sono le prime parole che scrivo con il ditta forno dell'iPhone, Che non è un ditta forno ma uno strumento di riconoscimento vocale piuttosto efficace, anche se non riconosce se stesso. Proprio come la sinistra.

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    2. "E vorrei che qualcuno di loro spendesse qualche parola per i tanti piccoli e medi imprenditori, verso i quali hanno nutrito sempre un odio implacabile e che ora finalmente possono contemplare nella loro distruzione."

      E già, proprio il loro più grande successo vuole che rinneghino? (aggiungiamoci pure artigiani, commercianti e professionisti)

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    3. Celso,

      io ho fatto una piccola riflessione a proposito del tradimento degli intellettuali. Secondo me il liberismo sta all'economia come la specializzazione sta alla cultura. Il comune denominatore è sempre bypassare, se non rinnegare il problema di avere una visione d'insieme...

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    4. Concordo. Sebbene quel che riporti sia grasso che cola se confrontato con le cazzate sparate a raffica per fare muro alla enunciata evidenza di colpo di stato (più tardi ammesso considerandolo "soffice")

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    5. @ Andrea Giannini

      ...e l'efficienza sta alla scienza. Zero rivoluzioni, solo evoluzioni, spesso inessenziali. Running in circles porta dritti all'estinzione.

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    6. @andrea Giannini

      Può darsi tu abbia ragione, ma ti dirò che con gli anni credo di essermi accorto di una cosa, che non vedevo da giovane: la debolezza umana dell'intellettuale, per il quale, persino io, tra gli anni '60 e '70 ho nutrito ammirazione. Oggi riesco a vedere meglio l'uomo sotto l'intellettuale, e come sai gli uomini sono deboli, frivoli e poco coraggiosi (anche io sono così, te lo posso assicurare). Per questo ho sempre guardato questo blog e il suo inventore con il divuto rispetto.

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    7. Non riconosce neanche la parola dittafono, poverino non ha coscienza di sè e neppure di classe. Sarà del PUDE.

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  11. "France is experiencing excessive macroeconomic imbalances, which require decisive policy action and specific monitoring." http://ec.europa.eu/europe2020/europe-2020-in-your-country/france/country-specific-recommendations/index_en.htm

    "Finland is experiencing macroeconomic imbalances, which require policy action and monitoring."
    http://ec.europa.eu/europe2020/europe-2020-in-your-country/finland/country-specific-recommendations/index_en.htm

    robba nuova, inzomma!

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    1. Be' la francia ha anche "decisive e specific". Devono fare le riforme e subito!
      Il dubbio (non dico la consapevolezza) che tutti questi sbilanciamenti macro siano dovuti all' euro ai piddini non viene? A parte d'attorre e fassina che fra un po' piddini potrebbero non esserlo piu'.

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  12. Oggi mi ha colpito particolarmente la frase " L'Italicum è la necessaria conseguenza del fatto che un sistema nato per distorcere la distribuzione del reddito a danno della maggioranza, se vuole sopravvivere, deve comprimere la democrazia. Vi ho documentato con una bella fotina che Giacché queste cose le diceva anni or sono: è così difficile farle capire à gauche?"

    Più che difficile sembra impossibile...
    Infatti oggi la minoranza è tutta coalizzata solo ad affermare che l'Italicum è pernicioso e che potrebbe condurre nel futuro ad insani scenari, mentre invece il vero passaggio epocale, la vera ed unica demarcazione possibile per affrancarsi da tutte le porcate sino ad ora approvate, sarebbe quello di affermare quella frase scritta dal Prof.
    Va da se che una volta vergata su pergamena questa verità, l'opinione pubblica che ancora non l'avesse fatto (ma noi si), e comincerà ad unire i puntini, dovrà tirare un bel tratto di penna sul nome di Renzi...

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  13. Io sono rimasto scioccato oggi a sentire D'Attorre dire in TV quelle cose. Ma non le cose in se: dirle in modo lucide e brillante. Ha ammutolito tutti, tutti ad ascoltare in silenzio!

    L'ho giudicato incantevole.

    Io non sapevo neanche chi lui fosse e sicuramente non l'avevo mai sentito parlare; va be', io sarò pure a mio modo ignorante, ma se posso dire l'inutile mia la minoranza PD ha forse qualche elemento valido.

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    1. Alfredo ci legge e ha anche scritto su a/simmetrie, ma non è per questo che gli dico che è stato bravissimo. Vorrei però che non sfuggisse a nessuno un dettaglio. Se il pletorico Adinolfi ha rinunciato a fare il teppista al solito suo, non è (solo) per ché ammaliato da Alfredo, ma (soprattutto) perché Alfredo oggettivamente È uomo del palazzo (e non c'è nulla di male), e potrebbe con probabilità non nulla diventare qualcuno. L'abisso umano che separa me da Adinolfi si misura considerando che lui è stato zitto, ascoltando cose su cui non concorda, per paura, mentre io mi permetto, pur essendo teoricamente in sintonia e avendo godutodella stima di certe persone, di indicare una strada, in modo non necessariamente piacevole.

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    2. L'abisso che separa lei da Adinolfi è che lei serve la verità mentre il tapino (tapone) pensa di potersene servire

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    3. Ma guarda l'i-pad s'è magnato una maiuscola...

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    4. Per la verità Adinolfi si serve più che altro della menzogna. Comunque è un eccellente professionista del poker. Se anche finisse la sua carriera politica se la caverebbe.

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    5. E da buon professionista del poker sa quando dire "passo". :-)

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    6. marco di felice 3 maggio 2015 20:00

      Esatto, proprio quello che ho detto...

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  14. provo a fornire il punto di vista di un italiano di scarsa cultura (almeno rispetto allo standard di questo luogo) e con uno spiccato interesse per la politica (solo per gli effetti che ha sulla nostra vita ma, soprattutto su quella dei nostri figli).

    Molti di noi hanno visto con un certo favore le nuove norme sul lavoro, sia perché influenzati dal main stream liberista (flessibilità, innovazione, ecc.), sia per un certo fastidio verso il sindacato che, per difendere il proprio potere ed i privilegi dei vari leader, ci ha venduto tutti all'Europa ma, nel frattempo, ha difeso interessi corporativi e di delinquenti (vedi i ladri di bagagli all'aeroporto di Milano o gli assenteisti nella P.A. o quelli che remano sempre contro nelle aziende private (è vero, sono minoranze ma fanno danni non trascurabili).

    Altrettanti vedono con favore una legge elettorale che faccia chiarezza e metta in condizione di governare: sono insopportabili le tribune politiche del passato, in cui tutti avevano vinto o i comportamenti dei vari Bertinotti, Fini, ecc. che per questioni di potere e di simpatie o antipatie personali (o della propria compagna), fanno cadere governi faticosamente e legittimamente costituiti.

    Poi, non abbiamo grande considerazione per gli argomenti di Luciano Barra Caracciolo, non perché non abbiano fondamento ma perché tendiamo ad associarli a quelli delle prefiche dell'antiberlusconismo (i vari Rodotà, Zagrebelsky, ecc.), sempre pronti a fare tragedie per delle sciocchezze o delle umane debolezze e mai interessati a difendere veramente gli interessi della maggioranza degli Italiani.

    Non mi aspetto quindi grandi effetti dalla posizione dei dissidenti del PD e credo che sarà difficile diventare maggioranza se non riusciamo a coinvolgere artigiani, piccoli imprenditori e commercianti, i primi e più grandi perdenti da questa situazione e dalle Direttive UE.

    Purtroppo, per lavoro, frequento Presidenti e Segretari locali delle loro associazioni e non mi faccio grandi illusioni su quello che potrebbero aver capito o sugli interessi che difendono (i loro, quelli degli apparati, legati ai partiti, non certo quello dei loro iscritti).

    Da questo punto di vista, a mio avviso, può fare molto di più Salvini, di tutti i dissidenti del PD, se non si fa del male da solo - e potrebbe farlo - e se avrà il tempo necessario.

    Tutto questo, naturalmente, se non si cambia la narrazione e non si comincia a parlare ed a discutere dei veri problemi, come ha finalmente fatto D'Attorre, nel suo intervento a Omnibus

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    1. Non capisco perchè molti elogiano, evidentemente con scarsa convinzione, la ricchezza che deriverebbe della diversità, e poi in politica esaltano il valore del partito unico??? Siamo proprio sicuri che la governabilità sia un valore???
      Cosa significa governabilità?? che pur di non andare a casa, i parlamentari peones votano quello che gli dice il capogruppo, tranne poi dichiarare pubblicamente che quallo che hanno votato gli faceva schifo. E' questo ciò di cui abbiamo bisogno? Io credo di no

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    2. Ma infatti "dal basso", siano dipendenti, professionisti, artigiani ecc. non arrivera' nulla. La speranza e' che dall'alto, al fine di proteggere con lungimiranza i propri legittimi e personalissimi interessi, finalmente si operino correttivi alle politiche correnti. A scuola non c'e' l'ora di "consapevolezza dei propri interessi", che varrebbe molto piu' dei generici principi di buonismo all-seasons.

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  15. In Spagna si riducono i salari in 15 giorni. In Portogallo crolla la contrattazione. Il Fmi dice...

    (...) In Spagna dal febbraio 2012 gli imprenditori possono sospendere unilateralmente la contrattazione collettiva e proporre modifiche a salari, orari di lavoro e mansioni dei dipendenti....

    Good luck!

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  16. purtroppo il ragionamento inconfutabile non ha mai convinto nessuno, anzi, indispettisce. La "ggenntte" capirà quando la retorica eurista diventerà brutta e Bagnai diventerà bello. E' sempre stato così. L'etica e la razionalità sono invenzioni di chi le usa, le masse scelgono per adesione estetica. Era bello comunista, e dopo magari si leggiucchiava Marx, era bello liberista, e dopo magari si capiva un po' dei Chicago boys, era bello reaganiano, è bello il fogno europeo, è bello l'autorazzismo perchè rende semplici le cose. Chi di voi ha queste capacità costruisca un modello estetico-retorico antieuro e poi ci moltiplicheremo, noi che amiamo il pensiero di Bagnai (magari non suo ma che ci ha fatto conoscere) rimarremo quelli che siamo, ma arriveranno torme di accoliti innamorati del suo forbito eloquio, senza capirne minimamente il senso se non l'output finale: l'euro è sterco dell'umanità

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    1. "purtroppo il ragionamento inconfutabile non ha mai convinto nessuno, anzi, indispettisce". La differenza e' che le persone con piu' di un neurone, smaltita la percepita offesa, come back e chiedono ulteriori chiarimenti.

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  17. Forse dovremmo partire dalle parole. Per esempio incominciare a parlare di europopulismo maniacale. Rovesciare il loro linguaggio.
    Ricominciare a parlare di Patria, il suolo che abbiamo ricevuto dai nostri antenati, eredità che dobbiamo trasmettere ai nostri figli...le vigne piemontesi e quelle toscane, gli ulivi umbri e pugliesi, agrumi di Sicilia e frutteti dell'Emilia...
    E dovremmo ricominciare a parlare di Nazione, cioè la lingua splendida e bellissima di Dante e Pirandello, la nostra Arte, le nostre Cattedrali...dovremmo, dobbiamo riappropiarci di questa meravigliosa Italia, esserne fieri e batterci per il suo avvenire.

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    1. Se gliela butti su Nazione e Patria non ne ricavi nulla, fornisci loro un terreno in cui possono giocare facile e cioè quello della speculazione filosofica autoreferenziale a colpi di cosmopolitismo di Kant, di acrobatiche interpretazioni del federalismo di Proudhon e dell'internazionalismo marxista.
      Li devi mettere alle spalle al muro parlando di portafoglio, di diritti dei lavoratori, della deindustralizzazione, degli interessi USA sull'integrazione europea fin dalle origini. Insomma gliela devi buttare sul concreto altrimenti si difendono con supercazzole senza senso, ma che hanno presa.

      Nella mia facoltà si sono inventati un corso "Storia d'Europa", parlano di federalismo pescando autori medievali trascurati dai propri contemporanei, costruiscono a posteriori un impianto ideologico di sostegno all'Europa e su quel piano, che li si può comunque battere facilmente, bisogna esser davvero preparati, non basta sapere la differenza tra Hobbes e Rousseau, ma bisogna masticare filosofia e storia non solo per passione, altrimenti gli concedi un assist. Sul piano della cruda realtà invece non possono nulla e lo capisci appunto quando loro tentano sempre di buttarla sulla metafisica del nulla anche se citi dati economici.

      Poi un suggerimento se si vuole perseguire comunque quella tattica: soprattutto al piddino o all'asinistro non parlargli di Nazione, parlagli di Repubblica Democratica, già lo metti un pelino in difficoltà, quindi non un nazionalismo di sangue e terra, ma un nazionalismo repubblicano, loro giocano di acrobazie semantiche e retorica, bisogna fare lo stesso anche sui piani del discorso che loro preferiscono

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    2. A entrambi: qui come costruire un frame diverso lo sappiamo e ne abbiamo dato esempi. Per quanto riguarda me, io ora non voglio convincere nessuno, ancora meno del solito. Perché salvarli da sé stessi? Ora (per un po') crepino... Vi ho detto che sono un privilegiato e non sono un politico, no? E allora dovrei perdermi lo spettacolo del sangue di chi mi ha insultato!? Non se ne parla! Io sono non violento, ma se i fatti lo sono, in tutta umiltà non posso oppormi. Crepino.

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  18. Non cito parola per parola, sono con il cell..

    D'Attorre In riposta alla giornalista che cita Fubini (ah ah ah )
    "Ma sa a quando era lo spread dopo sette mesi di governo Monti?
    A 500. La situazione si è stabilizzata grazie alle parole di Draghi"
    La giornalista " ..quelle parole le poté dire grazie alle riforme fatte (#stradar)
    D'Attorre: "Ma quelle riforme non hanno prodotto nessun risultato"
    Mai avrei potuto pensare di poter ridere di gusto su argomenti del genere
    Grande D'Attorre, mi è piaciuto davvero.

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    1. Condivido.
      È stato chiaro e preciso nonostante l'ostruzionismo ostinato della conduzione.
      Non è facile esprimere queste verità per chi appartiene a quel partito e per questo apprezzo D'Attorre.
      Spero che questo sia l'inizio, che incoraggi e coinvolga altri componenti, che dia il coraggio di uscire allo scoperto a chi ha capito.
      IMHO hanno poco da perdere e molto di più da guadagnare.

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    2. appartenere ad un partito ? ma perchè un essere pensante deve appartenere ad un partito? l'unica giustificazione è che lì abbia trovato la propria identità e soprattutto la propria gratificazione e non solo a livello di prestigio personale...

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    3. @ gransage sage
      Non so se D'Attorre "appartiene" al partito ma se ha deciso di esprimere ciò che abbiamo sentito un po' si è smarcato.
      Le ragioni? Se sono oneste lo deve ancora dimostrare.
      Il prestigio personale non può che giovarsene, sta a lui.

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    4. "La giornalista " ..quelle parole le poté dire grazie alle riforme fatte (#stradar)"

      La Sardoni celebra ogni giorno la messa del regime, ma quella non era una semplice sparata. Era una velata allusione alla strategia "salvare l'euro a ogni costo" che le élite europeiste hanno perseguito fin dalla crisi Lehman, i cui dettagli sono ben noti ai coriferi del Palazzo. Tra le righe, stava ricordando a D'Attorre la "copertura politica" che Draghi (cioè Berlino) aveva preteso per agire: "Guarda che io so, e lo sapete anche voi che di quella strategia siete stati utili idioti, quindi o la dici tutta e mi fai fare lo scoop oppure col cazzo che cambio il copione per cui mi pagano". Quanto questo aiuti la comprensione di un pubblico che, di per sé, a quell'ora è in altre faccende affaccendato, decidetelo voi.

      Ora, se c'è una cosa che D'Attorre e Fassina conoscono benissimo, è la strategia con cui il loro (ex?) partito ha gestito la transizione del nostro paese da protettorato americano a semilavorato tedesco, cosa venne chiesto loro per salvare l'euro e a quali condizioni accettarono. Il PD fu pietra angolare di quel processo, come sempre. Una strategia ribattezzata "pugni sul tavolo" dai media di regime, a evocare un'inesistente difesa degli interessi nazionali, e che tutt'ora è in corso (come accennato, purtroppo solo di sfuggita, da Piergiorgio Gawronski durante l'ultimo goofycompleanno).

      Poiché è stato un passaggio fondamentale nella vita della Repubblica, un trapasso direi, ogni strategia comunicativa volta a ristabilire la verità dei fatti deve passare dai fatti del 2011, e il prof lo ha fatto capire benissimo.

      La lievissima difficoltà che si presenta loro, essendo stati parte integrante del gruppo dirigente che ha fornito copertura "sociale" e "de sinistra" al governo della Troika (ed emanazione culturale di quello che ci ha portato festante nell'euro), è soltanto una: sopravvivere alla verità. E' un dato ovvio, certo, ma se decidessero di andare fino in fondo lo farebbero esclusivamente per noi, per gli italiani, non per le loro carriere politiche* (il che fa dubitare vorranno mai farlo, e si capisce...).

      Mettiamola così: il loro vantaggio tattico è che nessun parlamentare, attuale e dell'epoca, a prescindere dall'appartenenza partitica, ha mai raccontato TUTTA la verità su quei fatti, in quanto: 1) sono quasi tutti ricattabili (Berlusconi in primis); 2) ci hanno guadagnato su altri tavoli (Berlusconi in primis) ; 3) "vedi mai che un domani mi rialleo con questo e quello, sto coperto" (ergo "cane non morde cane"). Men che meno, e incomprensibilmente avendone tutto da guadagnare, per questa via si è speso il M5S: fatto che mette ancor più in risalto la loro totale insipienza politica, prigionieri come sono dei Casaleggio-slogan.

      * Fosse per quelle andrebbero nel nuovo "Ulivo 2.0", futuro approdo elettorale per nostalgici "de sinistra" perculati da Renzi, o fin da subito tra le frattaglie della "sinistra radicale" orfana dei Miglior(offer)isti, ché vista la soglia al 3% dovrebbero baciare i piedi al ducetto (ma potrebbero anche imporre nuovi standard fallimentari...).

      PS_Per inciso, se vivessimo in una democrazia qualsiasi, già ieri avremmo avuto una particolare attenzione mediatica verso le parole di D'Attorre: che so, interviste, "'a scheda del personagggio", uno studio televisivo, un serraglio... In fondo sono state delle discrete bombette, almeno per gli standard del mainstream, qualche copia o ascolto in più forse lo ottieni. Sarebbero le regole del mercato, a volerci credere. E invece tutto tace, tranne le solite bombe carta...

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  19. 09/10/2012
    Fassina: "Rottamare l'agenda Monti". Bufera nel Pd. Letta: "Ha passato il segno"

    Il montismo, l’Europa, la miopia del sindaco di Firenze, la nuova fase.

    Ovviamente c'erano le forzature da campagna elettorale tipo "il deficit di credibilità" però io ricordo bene che la propaganda finanziario-eurista lasciava trapelare i balletti tra Tremonti e Berlusconi su quali interventi attuare fin dal marzo 2011 (Tremonti rigorista, Berlusconi deficitista) fino alla ricostruzione che la lettera di Draghi-Trichet a luglio fu autostimolata da Berlusconi stesso per "commissariare" Tremonti e a quel punto rinunciare a combattere ma restare a galla.

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  20. @Pierluigi Lecce
    Nel caso di Fassina non è così.. sono anni che si vede che è tentennante, molto prima che arrivasse l'uragano Renzie.
    Oh, non solo noi abbiamo un'anima.

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    1. https://www.youtube.com/watch?v=5bHNjV42l4k Guardalo quanto tentenna,anche lui con la vulgata che queste scelte economiche sbagliate portano comunque nella direzione giusta,ma ti invito a guardare integralmente quella puntata in cui vedrai il nostro eroe ribadire tutte le scemenze che noi qui critichiamo.

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    2. fassina, d'attorre , mah ....certo, dopo che li si è presi per il coppetto e sbattuti col naso contro i duri fatti e dopo che si è data loro una lucida lettura dei medesimi , ai voglia a continuare la vulgata ...certo che se dovessi contare sul fassina, che pure è un buon diavolo ed è simpatico al bagnai e che adesso e forse anche prima aveva compreso , epperò allora si metteva a dire che la politica è riuscire a far cambiare idea all'opinione pubblica tedesca che ci vedeva come cicale etc. , a me però mi cadrebbero i marroni ...

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    3. a parte che se avesse compreso già, fax avrebbe citato il '92 a sproposito perchè fu proprio là, come qua ,che si fecero tutte le scelte sbagliate per rimanere nel cambio pari col marco ( austerità distruzione delle riserve privatizzazioni tasse etc) per poi ritrovare a svalutazione fatta un rinnovato impulso economico fino al '96

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  21. Comunque, alla faccia della disambiguazZzione! Giacché le aveva chiesto una precisazione pro-Fassina e lei al posto di precisare su un pestone je ha dato ggiù con la mazza ferata! Anvedi ao'!

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  22. Per esempio: Parmalat Tremonti Berlusconi; oppure le dicerie di uno scambio con la Francia lasciandogli campo libero in Libia in cambio di Draghi alla BCE.
    MPS derivati

    Fassina e la caritas in veritate (non so di cosa parli, ma mi sembra di ricordare che lei la citasse; magari è un puntino inutile)
    Fassina 2010
    Secondo me Fassina pur non avendo totale competenza sulle questioni monetarie era comunque sulla strada giusta e tentava di assecondare il "morire per maastricht" per poi sperare di modificare l'orientamento; ovviamente impossibile con i chirichetti letta-Bersani, e soprattutto perchè "a fare il gioco della destra agevola la destra".

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  23. Filmato bellissimo; siamo un po' meno soli.

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    1. Si misura la strada fatta e si capisce come è stata percorsa. Per me, che l'ho aperta, resta però incomprensibile il rifiuto di disfarsi della zavorra, e di passare dalla fase in cui si usa (bene) il mio lavoro a quella in cui lo si diffonde. Son scelte.

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  24. @Pierluigi Lecce
    Come dicevo, l'anima la vedi anche dal tono della voce, se convinto oppure no.
    se uno dice una cosa pensando che sia un'altra cosa mente o adultera la realtà (mente).
    Fassina ha tormenti interiori, da un lato rinnegare la sua esistenza sino a qua (ragazzi, è dura.. perché se si pensano ai suicidi, a intere generazione distrutte, il welfare massacrato, la dignità di un popolo calpestata.. e si arriva a pensare che hai appoggiato un siffatto regime allora sono dolori dell'anima).

    Insomma, chiedere la santità agli altri non la consiglio mai.

    Certamente, nemmeno lui pare legato ad un popolo

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  25. Riedito, a futura memoria, una nota "a piè pagina" che varrebbe - la coniugazione "condizionata" è "vincolo" della poesia

    ATTI DI FEDE
    (otc .. illuminante .. illuministico)


    Dopo tante ammissioni mancava questa che, sfogliando distratti qualche foglio nazionale stamane il 1° maggio, s’ha da incappare nelle esplicitazioni di M Salvati - giurista, economista e politico – sulle pagine del “nuovo” Corsera.

    S’ha da evidenziare – da quanto dichiarato dal teorizzatore e fondatore del PD – che il progetto di DEMOCRAZIA MAGGIORITARIA, come quella proposta nell’attuale proposta di legge elettorale, fosse già discussa, accettata e concordata all’interno del PDS-Ulivo e dei partiti confluiti poi nel PD quanto l’idea di un Senato non fiduciario ma rappresentante delle autonomie locali e il rafforzamento del potere nelle mani del presidente del Consiglio dei ministri.

    Tra boschi, madie e credenze, piace credere che nelle “democrazie” dei partiti del leader “il tempo delle accomodazioni e mediazioni continue è finito e l’ulteriore dilazione della decisione contrasterebbe con l’efficacia della decisione stessa” senza minimamente affrontare - ma nascondendo - i temi, i concetti, le finalità del decidere di COSA e PERCHE’ e, come spesso, mancano le DICHIARAZIONI, gli INDIRIZZI, gli AUTORI (ma non è difficile individuarli).

    Come si sa che in queste “democrazie mature” c’è sempre qualcuno e qualcosa più furbo di te ..

    That’sall, folks ..!

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  26. D'Attorre era quello che nel 2011 lodava Monti come l'uomo salvifico, quello giusto in una situazione di emergenza:

    http://www.tubechop.com/watch/5829427

    Correva l'anno 2011.....

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    1. Grazie. Mi accingevo ad aggiungerlo, avendolo reperito su Twitter, allo scopo di favorire una valutazione più articolata della mia #tesidibagnai, che poi è che chi tanto ha fatto per rompermi il cazzo, forse oggi potrebbe togliermi di torno almeno i più squallidi e insignificanti fra quelli che continuano! Ricordo ai fini giuristi che si parla di do ut des, non di das ut des!

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    2. I marxisti normalisti spesso sono così, per loro non sembra esistere il principio di non contraddizione. Tendono spesso al buon gusto borghese d'altri tempi, sfoggiano un eloquio forbito, una cultura di base non disprezzabile, interessi ormai diversificati; hanno anche la straordinaria qualità di affermare ciò che affermano con tono risoluto e apodittico (ciò che dico è talmente vero che non c'è bisogno nemmeno di articolare un discorso più ampio) e se per caso fai notare che ciò che stanno dicendo è in leggera contraddizione con quanto avevano detto prima ti guardano con vólto increspato da una lieve irritazione illuminato, tuttavia, da un sorriso, appena accennato, di compatimento. Come interpretare quel compatimento? Mah, potrebbe alludere alla tua incapacità di comprendere le circostanze che, in una visione storica forte, impongono non di rado la necessità, talvolta dura ma pur sempre necessaria, di dire e sostenere pubblicamente quanto fu detto; tu non ne capisci il senso più profondo, ma loro sì, perché, tra l'altro, sono più intelligenti di te e hanno studiato più di te e sono passati attraverso una quotidiana competizione, che non conosce pietà, fatta sovente di umiliazioni pubbliche, cioè alla mensa della Scuola, vero luogo di elaborazione del giudizio di qualità sulle persone (per fare un esempio: puoi vincere anche il Nobel, ma bisogna vedere come ti consideravano in Normale a 20 anni; ciò che avviene dopo è quasi irrilevante per loro, dunque Nobel compreso). E devo riconoscere che è così, sono generalmente più intelligenti, più colti e preparati; penetrano in profondità il senso della storia, in un modo che a te non è concesso, e quelli che a te sembrano giudizi contraddittori sono aggiustamenti più o meno tattici, riposizionamenti opportuni in momenti tempestosi, quando fuori fischia il vento, urla la bufera e tu devi ripararti, per salvarti. Attendendo tempi migliori, quando potranno risfoderare senza se e senza ma la forza dirompente delle loro idee e delle loro convinzioni sociali; convinzioni generalmente coltivate a un qualche piano di una meravigliosa biblioteca con le finestre affacciate su una delle più belle piazze di Pisa, in cui si intessono letture e discussioni di valore intellettuale non di rado vertiginoso, ma sempre, e rigorosamente, astratte. E ben protette dal mondo esterno, in cui vivono e soffrono esseri umani, i cui usi e costumi per lo più rimangono sconosciuti a queste donne e questi uomini, che io non posso non amare.

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    3. "te audire non possum, musa sapientum fixa est in aure"

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  27. OT - Ma IMHO molto istruttivo

    Mi e' molto piaciuto questo commento odierno su zerohedge.

    http://www.zerohedge.com/news/2015-05-02/what-does-putin-want

    La EU ha scelto l'anno scorso di essere vassalla USA (agghiacciante a questo proposito la dichiarazione di qualche giorno fa di uno dei massimi esponenti dei popolari Polacchi al Parlamento EU: "l'Europa deve essere pronta al conflitto nucleare").

    Lascio al lettore di scoprire quale tra gli scenari possibili ci converrebbe di piu': la pace (perseguita da Putin in quanto il tempo gioca a favore di Russia (e Cina) o la guerra ANCHE in Europa (perseguita dagli USA).

    Alla luce del commento si comprende pure la improvvisa paura di Francia e Germania di continuare ad assecondare la politica USA.

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  28. E' stato piacevole rivederla 'magro e famelico' nel 2013, per citare le parole iniziali di un gran film che io adoro, e tirar fuori la verità al povero fassina...! Per apporre una postilla al suo post, già nel 1975 la trilateral commission (http://en.wikipedia.org/wiki/The_Crisis_of_Democracy) , creata due anni prima dal ‘licantropo’ Zbigniew Brzezinski, assieme a David Rockefeller, Henry Kissinger, del Council of foreign relations (editore di foreign affairs) e membri del Bildemberg, aveva analizzato i ‘rischi’ di un eccesso di democrazia in seno agli stati occidentali (qui il pdf dello studio http://www.trilateral.org/download/doc/crisis_of_democracy.pdf). La trilateral nasce come progetto delle elite occidentali anglosassoni, giapponesi e europee, per fare in modo di mantenere l’egemonia mondiale e al tempo stesso tenere le redini dei propri governi. Ebbene le conclusioni a cui arrivava lo studio erano che troppa democrazia avrebbe portato a una perdita di autorità dei governi. Secondo me tutto il discorso della ‘crisi’, della ribellione delle elite (lasch) va vista in questa ottica, cioè nel contesto del ‘ritorno all’ordine’ e della conservazione (come nel 1815) dopo gli sciali e le feste post massacro mondiale (seconda guerra dei trant’anni europea). Oggi il rischio è che questi folli, soprattutto a washington, perdano la testa e facciano valere il loro potenziale bellico ancora enorme sui ‘nuovi arrivati’.

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  29. Apprezzo sempre chi alla fine, con fatica, capisce; e' segno di onesta'. Ma i Rondolino, i Severgnini, i Galli....; io mi chiedo: ma alla fine cosa mai ci guadagneranno a favorire un regime costruito sulla menzogna e sulla sopraffazione?
    Io non sono mai stato ricco, essendo figlio di emigranti e profughi dall'Istria, ma Dio santissimo se qualcuno mi dicesse: senti, sii funzionale al nostro SISTEMA Orwelliano, e avrai il posto garantito, ebbene, io mi metterei a ridere e/o li spernacchierei, qualunque sia il posto offerto. E non mi trovo in una situazione "piacevole" finanziariamente e lavorativamente, tutt'altro.

    Questa gente che finge di non sapere e di non capire non riesco proprio ad inquadrarla. Severgnini o Polito sono noti, non gli manca il pane! Perche' si vendono? Sono quelli che recitavano la parte degli "indignados" quando c'era il femminomane, ad ogni cosa che faceva o diceva, e a quei tempi la disoccupazione era intorno al 7-8%! Seminerio e' un uomo intelligente, non e' un idiota, tutt'altro; perche' insiste nel dire che niente funzionera' MAI? Usa la tua intelligenza e la tua preparazione per almeno tentare di uscire dal guad(n)o.

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    1. Buongiorno Persil, recentemente ho avuto modo di discutere con un amico il medesimo interrogativo: ma i vari Prodi, Monti fino ad arrivare a Rondolino, Augias e compagnia non hanno un minimo di spirito nazionale, un barlume di istinto di preservazione del proprio popolo? Perché tutti loro si sono prestati alla diffusione del falso, posto che non avrebbero certo corso il rischio di finire in miseria sotto un ponte nel caso avessero deciso di opporsi alla "fabbrica del falso"? Stiamo parlando di professori universitari di ruolo e di giornalisti affermati con ottimi contratti, non di precari che rischiano di finire disoccupati se alzano un po' troppo la cresta.
      Sono interrogativi che sono già stati discussi qui sul goofynomic; la risposta che mi convince di più ( dopo aver studiato gli scritti del Prof., di Quarantotto, di Giacché e riflettuto su quanto letto in passato, tipo, banalmente, i Promessi Sposi) è che bisogna chiarirsi sul concetto di comunità e popolo. Io non sono un "nazionalista", non nutro alcun risentimento o rivalità nei confronti dell'operaio tedesco o finnico e sono tendenzialmente "de sinistra"; tuttavia ho imparato (non ripeto grazie a chi) che è solo nella dimensione degli stati nazione che può esprimersi una piena democrazia e che possono tentare di affermarsi i diritti dei lavoratori. Se dunque sento un senso di fratellanza verso tutti i lavoratori (italiani, olandesi o nepalesi) non posso che iniziare a considerare come il mio popolo e la mia gente prima di tutto i lavoratori italiani (intendendo dipendenti, autonomi e piccoli e medi imprenditori), con cui condivido lingua, costituzione e tessera elettorale/sanitaria. Sapendo che una lotta per i diritti del lavoro "internazionale" non può che partire da una lotta a livello nazionale ( http://goofynomics.blogspot.it/2014/01/i-lettori-di-copertine-e-il-contenuto.html ).
      Ora il passo successivo è: chi considerano i vari Augias/Monti/Rondolino il proprio popolo? Credo che la conclusione non possa che essere che essi si considerano parte di una elìte sovranazionale, di un gruppo di ottimati che si divide fra Roma-Parigi-New York e che fondamentalmente disprezza fin nel profondo del cuore tutti coloro che non fanno parte di tale circolo di iniziati. Io nello sguardo di Monti e Augias quando si rivolgevano alla gente comune ho sempre visto un profondo disgusto, lo stesso che qualche anno fa a scuola immaginavo dipinto sul volto di Antonio Ferrer mentre fende la folla affamata con la sua carrozza nell'XIII capitolo dei Promessi Sposi. Facendo ciò che fanno credo essi intendano sinceramente tutelare gli interessi della propria "nazione" e del proprio popolo: il punto è che la loro nazione non ha confini e il loro popolo non è caratterizzato da una lingua ma da molte lingue, molte facce e una sola famiglia: quella dei potenti (o di chi si ritiene tale). Non si stanno vendendo, sono dei veri internazionalisti, e loro se lo possono permettere perché se i diritti dei lavoratori possono trovare dimensione prima di tutto negli stati nazionali, per converso i loro privilegi si realizzano pienamente in una dimensione sovranazionale e globale che fa tabula rasa di costituzioni e parlamenti dei singoli paesi (spero che il Prof. e Luciano Barra Caracciolo abbiano pietà di me per la mia prosa inesatta e raffazzonata).

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    2. Avrei voluto essere io a scrivere il tuo intervento che condivido al 100%. Il mio grazie infinito al Prof.,ad asimmetrie,a Barra Caracciolo, a Carmen.... noto che ogni giorno che passa diventa per me necessario decidere,alla tenera età di 70 anni,se continuare la resistenza e vivere da partigiano o far finta di niente come fanno la maggio parte dei politici prezzolati che ci governano.

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    3. Touché, fratello! Monti, Padoa Schioppa, Augias, Severgnini, Rondolino e compagnia cantante si sentono parte (mutatis mutandis) di quell'élite transnazionale magistralmente descritta da Karl Polanyi ne "La grande trasformazione": la haute finance.

      http://keynes.scuole.bo.it/sitididattici/farestoria/approfondimenti/a10_01.html

      Per loro, noi siamo il popolino (incolto, becero nazZzionalista, leghista) da educare, manipolare e (in modo paternalista, per il nostro bene, of course...) sfruttare.

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    4. Non è che si vendono, sono stati creati. Così' come fu creato il coltivatore di arachidi, introdotto nella Trilateral dall'Avvocato, così come quella creaturina di Brzezinski che è l'abbronzato. Costoro sono ontologicamente dei "contractors", sono "personae" ovvero maschere, non esseri reali

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    5. Probabilmente sono persone che leggono e capiscono i libri senza figure, che la filosofia la studiano da Kant e non da John Lennon, che hanno recepito benissimo il messaggio di K. Marx "elite di tutto il mondo unitevi!!!".

      P.S. (anche se non ha senso scrivendo al PC, forse sarebbe meglio un T.C. topic change...): noto che anche dalle mie parti - Livorno - molti cucciolottipuccipucci si stanno smarcando clamorosamente, nel senso in aperto e aspro dissenso con la dirigenza locale.

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    6. E' proprio qui che risiede il paradosso dell'unione europea (minuscolo intenzionale). Una Nazione Democratica, come accuratamente definita dalla nostra Costituzione, puo' soffrire insuperabili difficolta' in una competizione globale senza regole al di la' della ricerca del massimo profitto. Un'Unione Europea avrebbe dovuto garantire un Continente Democratico, con spalle appunto cosi' larghe da poter proteggere gli interessi delle proprie maggioranze. Ma i Continenti Democratici sono da sempre altamente indigesti all'Impero Anglosassone.

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  30. Provo a buttare lì un paio di questioni.

    1)I vari D'Atorre e Fassina (e, chissà, magari anche Cuperlo) hanno prima di tutto la volontà di crearsi uno spazio politico? O tutto sommato si accontentano di fare il controcanto a Renzi? Dobbiamo ancora da capire se il fatto di dire la verità “a sinistra” comporti anche assumersene la responsabilità. E attenzione: non è un punto accessorio. Il messaggio che si cerca di far passare rompe totalmente con quello che è stato il PD degli ultimi vent'anni. Se poi non seguono atti concreti in questo senso, sarà troppo facile tacciare i dissidenti di incoerenza o di irrealismo, screditando il messaggio stesso di cui si fanno portatori (come in effetti sta avvenendo).

    2) Se davvero non si vuole vivacchiare prendendo mazzate fino a fine legislatura, allora bisogna unirsi. Si può stare sia dentro che fuori dal PD: non è quello il problema. Il problema è capire cosa differenzia il nuovo progetto: e poi chi può starci.

    3) Costituzione e rifiuto dell'europeismo acritico mi sembra siano due punti legati su cui non si può transigere: ma ci sono delle conseguenza, che bisogna avere il coraggio di dire con chiarezza, mettendo al bando i tatticismi e il centrismo che fin qui non hanno pagato. Per quel che mi riguarda direi chiaro e tono che la governabilità è una cagata pazzesca; che è preferibile un sistema proporzionale; che, se e come riformare la Costituzione, se ne discuterà a data da destinarsi; che l'accoglienza non deve essere una scusa per introdurre nel paese manodopera a buon mercato. Si potrebbero aggiungere tante altre cose, ma quello che importa è il metodo: se si tratta di dire la verità, allora diciamola tutta.

    4) Chi ci starebbe? Qui nascono i problemi: perché il tatticismo potrebbe indurre a sacrificare qualche punto, pur di imbarcare più persone. Ma non è detto che un progetto coerente, e dunque estraneo ai giochi di potere, non possa esercitare il suo fascino in una vasta area che va da pezzo del sindacato all'estrema sinistra, da una parte, fino al M5S, dall'altra. E poi quello che importa è il medio periodo: la crescita della Lega Nord testimonia che le potenzialità ci sono. Il vero problema è la minoranza PD. Fassina e D'Attorre possono tranquillamente ammettere che nel 2012 si erano sbagliati: sono giovani e, se li perdona questo blog, per tutti gli altri sembreranno il massimo dell'avanguardia intellettuale. Ma non si possono tirare di nuovo in mezzo Bersani, D'Alema e Prodi...

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    1. Ovvio. Comunque io in questo momento ho altri problemi.

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  31. Personalmente non credo che la strategia sulla scelta della lotta da perseguire (italicum o jobs act) possa pagare; proprio perché non stiamo parlando di una differente visione su alcuni piccoli punti - viva Dio dentro un partito ognuno ha il suo cervello e non è possibile essere d'accordo su TUTTO -, ma di una critica all'impalcatura di una serie di politiche che hanno visto concordi diversi governi, anche di colore opposto.
    La necessità quindi non mi sembra quella di una battaglia di testimonianza: sia per la contraddizione tra mezzi e fini già indicata, ma anche perché è una battaglia già persa. E perdere non fa altro che agevolare la propria chiusura in un recinto mediaticamente sempre più piccolo e "altro", dove questo altro viene fatto passare per demagogia, antipolitica o qualche altra parola a caso.
    In un panorama in cui i grandi partiti si sono ritrovati svuotati da salde bussole ideologiche, rifugiandosi quindi nel carisma ondivago dei loro leader, mi sembra che il paziente lavoro del professore abbia già tradotto una visione economica alternativa allo status quo in parole comprensibili a tutti. In altri termini ha trasformato una prospettiva diversa sulle politiche in uno strumento potenzialmente politico, nel senso di lotta per il potere, tramite il consenso. Questo tipo di percorso non si può condividere a piccoli pezzi, a meno di non volerne usare la leva di consenso per fini strumentali, scenario non certo auspicabile. Va da sé che non ci si può convivere clandestinamente all'interno di un partito che ha tutt'altra impostazione, sempre che non si ricada nella fattispecie precedente.
    Fare politica è un modo di incidere sulla realtà che comporta molte responsabilità, che lo si voglia o meno, che si sia al governo o meno. Guardate che incidenza politica (sempre nel senso di lotta per il potere) hanno avuto i 5 stelle, pur combinando assai poco e assai male: Renzi, in fondo, è anche figlio loro. Ma dalla loro hanno avuto e intercettato una visione di cambiamento ben chiara e comprensibile nel 2013 (non importa quanto fatua, poco concreta e contraddittoria. Trovo illuminante quanto detto da I. Diamanti in proposito. Si veda ad es. http://www.repubblica.it/politica/2013/03/18/news/diamanti_cinque_stelle-54795281/ ), unita a un mezzo mediatico di amplificazione molto popolare (il Blog di Grillo, che da anni è visitatissimo, oltre alla personale popolarità del comico-guru).

    Segue parte 2.

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  32. Parte 2.

    Lei, professore, dice bene quando parla di questo spazio come uno spazio d'élite. Ecco, la prima cosa che dovrebbe fare un politico "che ha capito" dovrebbe essere legittimare un discorso apparentemente tra pochi in una reale alternativa a disposizione della cittadinanza. Lei ne parla, chiede di diffondere, creare canali mediatici. Ma non basta. Certo, sono d'accordissimo sul suo esigere una richiesta di scuse, un prendere le distanze: ma a questo bel gesto deve seguire un atteggiamento politico. Dici di essere di sinistra, hai davanti del "materiale" comprensibile a tutti e che va davvero nella direzione di aiutare gli "underdogs" e cosa fai? Ne parli tra pochi intimi? La butti sulle regole del gioco o sull'etichetta politica? O, a mio giudizio cosa ancora peggiore, annuisci alle istanze di un sindacato che sta morendo senza neanche aver capito bene come e perché?
    Far politica vuol dire prendere decisioni. Guidare, non andare a rimorchio. Tanto più che l'auto ti è anche già stata preparata. Se non te la senti va benissimo: non credo che a un parlamentare manchi l'opportunità di trovarsi un altro lavoro.
    Ma se vuoi fare politica, prendi armi, bagagli, faccia e quant'altro e fonda un partito, crea uno spazio pubblico e legittimato, un recinto in cui il cittadino possa sentirsi DIFESO dalla equidistanza e parità di trattamento tra chi porta dati e prove e chi invece chiacchiera di vino e ubriaconi (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/29/grecia-sulla-solidarieta-dei-tedeschi-a-certe-condizioni-e-sul-perche-hanno-ragione/1635625/). Senza questo spazio, i cittadini sono in balia dei prestigiatori: un po' sarà anche colpa loro che non si informano? Io su questo non rispondo. Ma osservo che un gruppo vasto di persone si muove in una determinata maniera sempre e solo sull'onda di qualcuno che comincia a farlo; muoversi in maniera perfettamente organica vorrebbe dire non avere libero arbitrio. Uno scenario che non mi entusiasma.

    Scusate la lunghezza del post. Buona domenica a tutti.

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  33. Quando diranno queste cose in Parlamento, o a Porta a Porta e quando questi temi saranno la vera battaglia della minoranza PD, qualcosa di nuovo potrà nascere.

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  34. Due cose, una domanda e una cazzata.

    La domanda: Fassina, D'Attorre, forse pure Cuperlo. Ok, poi?
    Voglio dire... Chi altro sappiamo c'è che forse, forse ha capito (e pure ce l'ha fatto sapere...)? I nomi, insomma.

    E poi la cazzata:
    Azione massiccia di guerrilla marketing: L'Italia Può Farcela spedito a tutti i componenti della Direzione Nazionale del Pd ("a capa"). Oppure a tutti i segretari provinciali ("er teritorio"). Stiamo parlando di 100-120 persone, a naso...
    Duemila euro spesi bene?

    Notte...

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  35. Come il "mattarellum" poteva salvare la DC
    Il mattarellum prevedeva che il 75% dei seggi fosse assegnato in collegi uninominali a maggioranza semplice : cioè nei collegi uninominali poteva vincere un candidato anche p.e. con il 25% dei voti, se tutti gli altri ne riportavano di meno.
    Nel periodo di gestazione del mattarellum (fu approvato il 4 agosto del 1993), nonostante tutti i ben noti sconvolgimenti che colpirono la DC (e non solo), era sensato supporre che la DC potesse raggiungere nella gran parte dei collegi uninominali una maggioranza relativa, contando soprattutto sulla divisione degli altri.
    ERa, o meglio, poteva sembrare sensato : ma così non fu.

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    1. Grazie per il limpido resoconto.

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    2. Non è proprio così. Il risultato di referendum imponeva i soli collegi uninominali. Secondo tutti i sondaggi la DC sarebbe stata travolta a vantaggio della "gioiosa macchina da guerra" di Occhetto. L'idea di Scalfaro e co. fu quella di tradire in parte il risultato referendario e inserire una quota proporzionale con una particolare regolamentoziane che favorisse i partiti che avessero ottenuto meno seggi nel maggioritario. Si sarebbe così ottenuta una forte maggioranza occhettiana e una numerosa minoranza democristiana. Ma arrivò Berlusconi e scompaginò tutti i piani. http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_politiche_italiane_del_1994

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    3. Quella che Lei chiama la "idea di Scalfaro" (l'introduzione della quota proporzionale) riguardava solo il 25% dei seggi e non poteva evidentemente di per se ribaltare il risultato dei collegi uninominali ( 75%dei seggi).
      Guardando a questi ultimi nel periodo di gestazione della legge poteva ancora sembrare sensato che la DC potesse assicurarsi la maggioranza relativa (e quindi il seggio) nella gran parte dei collegi : ma poi questa ipotesi si fece assai traballante per la caduta verticale della DC (sondaggi e elezioni locali) : la testa al toro in materia fu tagliata dalla decisione di sciogliere la DC (marzo 1994).. Sembrò allora verosimile che l'esito delle future elezioni politiche potesse essere un parlamento in cui il PDS (era il nome dell'ex PCI all'epoca) potesse raggiungere un ampia maggioranza assoluta (diciamo p.e, il 60% dei seggi) basata su maggioranze relative nei collegi uninominali oscillanti - diciamo - tra il 25% ed il 40%.
      Un esito non molto rappresentativo e democratico, direi.
      Questo timore fu il primo movente (a quanto da lui stesso più volte dichiarato) della "discesa in campo" di Silvio Berlusconi.

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    4. Nel periodo di gestazione della legge la DC era stata letteralmente rasa al suolo nelle elezioni amministrative. Il 25% di proporzionale alla Camera doveva assicurare alla DC una rappresentanza (tra l'altro il sistema era congegnato in modo da sfavorire nel proporzionale il partito che avesse ottenuto il maggior numero di collegi uninominali). La divisione tra Lega, Patto Segni e MSI avrebbe in effetti determinato un trionfo occhettiano con meno del 40% dei voti validi (e con un'astensione presumibilmente alta). Berlusconi con FI recuperò gran parte dell'elettorato laico/socialista rimasto senza rappresentanza (che si sarebbe astenuto) e riuscì a mettere su una traballante coalizione con Lega e Msi (il Msi al nord presentò candidati propri, che fecero perdere molti collegi ai candidati Lega/FI). Al Senato il sistema era totalmente uninominale, ma con il "recupero" dei migliori secondi nei vari collegi (che nell'idea di Scalfaro e Mattarella dovevano essere democristiani). Ma anche in quel caso i calcoli si rivelarono errati per colpa di Berlusconi.

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  36. Solidarietà al dirigente del PD Andrea Autieri, che con la tessera del suo partito ci si è pulito il c.... E' un gesto di grande coraggio, visto che il documento in questione è troppo piccolo per tale scopo.

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    1. Guarda che lui è uno dei cucciolottipuccipucci che ha rotto i gabbasisi con Renzi e il renzismo e che di fronte a un astensionismo del 40% non ha fatto granchè autocritica...

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  37. Oltre 200 anni prima di Cristo, Aristarco di Samo affermò che non era la Terra, bensì il sole, ad essere al centro del sistema di pianeti. Non fu creduto e venne accusato di empietà. Prima di lui i pitagorici avevano ipotizzato una teoria eliocentrica basata su dieci sfere ruotanti intorno a un fuoco centrale, ma solo intorno al XVI secolo, grazie a Copernico prima e Galileo poi, si affermò tra gli uomini il concetto di sistema planetario eliocentrico.
    Sono quindi occorsi più di 1700 anni per riuscire a stabilire una volta per tutte ciò che oggi è una banale evidenza.

    Questo, per dire che “continuare a spiegare le cose” non solo non è inutile, ma è necessario per contrastare l'oscurantismo che anche ai giorni nostri fa velo alla realtà. Occorre infatti un contrappeso allo stuolo di “politologi”, “esperti” e “opinionisti” che da anni affollano i palinsesti tv e la cui funzione è quella di raccontare una realtà virtuale che ha ben poco a che vedere con l'esistente. Di tanto in tanto accade che un ospite sia più lucido della media, ma l'accorto conduttore ricorre a trucchi collaudati, tipo “devo andare in pubblicità”, “dopo ne parliamo, ma ora devo dare la parola a ...”, ecc. e tutto torna a posto.
    Da anni i talk show tv ospitano a rotazione personaggi rodati nell'imbastire discussioni a vanvera, tipo Sgarbi, Adinolfi, Rondolino, Sallusti, ecc., mischiati a politici “fedeli alla linea”, come Gozi, De Girolamo, De Micheli, ecc. E se resta uno spazio vuoto lo riempiono persino con Alba Parietti, Morgan, Matteo Mor (ex Grande fratello, ex “tronista” nei programmi della De Filippi, oggi imprenditore renziano nel settore delle “magliette creative”), ecc. Nella puntata del 21 gennaio 2015 de La gabbia (La7) si sono espressi con una certa spavalderia anche Giampiero Mughini e Mara Maionchi.
    Non so se mi spiego.

    Per ciò che riguarda la battaglia sull'Italicum, l'impressione è che i dirigenti Pd più attenti si stiano rendendo conto che non sta scritto da nessuna parte che alle prossime politiche il Pd prenda più voti dei suoi avversari.
    In Emilia Romagna, ad esempio, alle primarie per le regionali del settembre 2014 Bonaccini vinse con il 60,93%, ma gli elettori furono appena 58.119. Pochi se si considera che in quella regione gli iscritti al Pd sono 75mila e alle primarie nazionali avevano votato circa 400mila persone.
    Alle regionali su 3.477.732 aventi diritto ha votato il 37.67%, ossia 1.310.061 persone. Il candidato del Pd, Bonaccini, ha preso 615.725 voti, pari al 49.05%, che si riduce al 17.7% se raffrontato al totale degli aventi diritto. Quindi in calo rispetto al 22,6% (sempre raffrontato al totale degli aventi diritto) delle europee. Si noti che nel 2010 Vasco Errani aveva preso 1.197.789 voti, il che significa che Renzi ha perso 582.064 voti. Rispetto al 2010 il Pd scende da 857.613 a 535.109 voti, perdendone quindi 322.504, circa il 37.5%.

    Per farla breve, in un anno, nel periodo che coincide con la gestione Renzi, il Pd ha perso voti e ha perso 400mila iscritti su 500mila. Lui dice che non se ne preoccupa e che l'importante è vincere, sottintendendo che con lui alla guida il Pd è imbattibile, ma a giudicare dai numeri succitati e dalle feroci critiche a Renzi e al Pd che imperversano sui quotidiani on line e su parecchi blog, si ha l'impressione opposta.
    Inoltre i risultati del suo governo sono parecchio deludenti, a partire dalle “nuove assunzioni” che sono state smentite per la seconda volta nell'arco di poche settimane e lo “story telling” renziano, diciamolo, lascia il tempo che trova.

    Oggi Renzi ha risposto da par suo a chi lo fischiava a Bologna: “Non mi spaventano tre fischi, cambierò l'Italia”.
    Ora, se la minoranza Pd ha qualcosa da dire, non fosse altro che per non giocarsi la carriera, è giunto il suo momento prima che il megalomane toscano li trascini a fondo con lui.

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    1. La loro posizione non è invidiabile: dire qualcosa oppure tacer trascinati dall'onda?
      Siamo sicuri che Renzi crolli trascinando il PD a fondo?
      Non dubito che il paese continuando così crolli, ne sono certo, lo vedo ogni santo giorno, ma quanti capiscono le cause?
      Più di prima, certo, ma ancora pochi per sperare in un cambiamento.
      Rappresentato da chi a livello politico?
      Io non vedo molto a disposizione.
      Capisco l'ostinazione del prof. nel cercare una sponda nella minoranza che finora ha risposto troppo a singhiozzo.
      Sarebbe la via più veloce (ed efficace) per ottenere il risultato sperato da tutti noi.
      Allora, cara minoranza, su di voi pesa la possibilità di una decisione per un cambiamento al cambiamento renziano che troppi disperati si sta lasciando dietro.
      Guardatevi intorno e prendete un po' di coraggio, continuando così non otterrete nulla di buono anzi, oltre una tranquilla legislatura da finire (forse), avete solo da perdere.

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    2. "ha perso 400mila iscritti su 500mila" ??!!

      Non mi risulta : gli iscritti del PD nel 2014 sono 366.641

      http://www.partitodemocratico.it/doc/275811/gli-iscritti-del-pd-nel-2014-sono-366641.htm

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    3. Grazie Peter, in effetti il dato sembra un po' esagerato anche a me: capisco gli spin doctor, ma una débacle simile (perdonate la mancanza di circonflesso) sarebbe difficile da far passare inosservata. Rimane il fatto che 40% una bella sega, ma, come dire, fino alle prossime elezioni, dal mio punto di vista, è meglio che Renzi continui a sognare...

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    4. @ Peter Yanez (4 maggio 2015 09:57)

      La notizia del forte calo delle tessere Pd è stata diffusa inizialmente da Repubblica nell'ottobre 2014 e ripresa da diversi quotidiani, come si può vedere su google, tra cui CdS, Il Giornale, Huffington Post e altri.
      La ringrazio perciò per la doverosa precisazione che, tra l'altro, conferma la necessità di vagliare con attenzione le notizie dei principali quotidiani.

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    5. ihihihihihihihihihihi :oDDD

      questa, se vuoi, pubblicala Alberto


      https://www.youtube.com/watch?v=miJFt5YH1wA



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    6. In fin dei conti si può sempre avere uno scandalo ad hoc.

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  38. [...] a lui si deve il rafforzamento dell'autorità del potere centrale, l'abolizione del sistema elettivo per gli enti locali, la soppressione della stampa d'opposizione e della Massoneria, l'istituzione del confino politico, la neutralizzazione dell'attività dei fuoriusciti; concorse alla soppressione del Senato, da lui asservito alla politica mussoliniana; fece sempre parte del Gran Consiglio del fascismo, da cui partivano le direttive del partito e l'ispirazione di tutta la legislazione violatrice delle libertà popolari.

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  39. Io sono assolutamente d'accordo con il prof., si doveva resistere sul c. d. Jobs act e non sulla legge elettorale. Così hanno perso ulteriore credibilità, pur avendo qualche ragione. Per il resto, non ho mai creduto che questi personaggi, con o senza Bersani e/o D'Alema, potessero condurre a qualcosa. Non riesco, perciò, a tollerare chi parla di Bagnai leghiiiiiiista, dato il panorama a sinistra. Non vedo luci, in fondo al tunnel, non vedo neanche il fondo del tunnel.

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  40. Buonasera Prof. Bagnai (ma sarei tentato di chiamarla Maestro, e non per scomodare l'altissimo ma perché lei insegna come i Maestri di una volta, a bacchettate e iniezioni di curiosità...).
    Le scrivo perché questa sera un losco figuro si è fatto promuovere il libro da Fabio Dazio (con quel che costa...) su raitre. Fin qui nulla di male, marchette abitudinarie. Ma alla domandina sull'euro, avviluppato dall'angoscia ancor prima che scoccasse i mantra assassini, ho assistito alle ennesime fandonie condite di retorica tipica del PUDE.
    Lo conosciamo, è tra i primi mentitori seriali sul monetone ammazzatutto e mi consola il fatto che la vecchiaia regola molti conti prima o poi, ma è soprattutto per l'ignobile disservizio pubblico che mi "innervosisco". Non mi chiedo perché si comportino così perché lei lo ha spiegato bene, ma dio santo, come si fa a liquidare una tragedia come quella legata all'euro, con una domandina da idiota qualunque. Anche ammettendo che ci sia qualcuno in grado di vederne aspetti positivi in assoluto, e che ci sia un problema di "assestamento" del monetone, come si fa a sorvolare sugli effetti catastrofici di questo tempo di assestamento, di normalizzazione delle dinamiche.
    Segue...

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  41. Ok sei cieco o nella vita ti ha detto bene, le tue fortune sono capitate sotto l'euro, quindi non capisci cosa hanno da ridire quelli del mondo reale, ma se sei un personaggio che fa comunicazione vicina a qualcosa che dovrebbe essere giornalismo, sarà interessante o no incalzare un tizio che dell'euro è stato promotore e fautore in Italia? sarà giornalisticamente utile prepararsi qualche domandina tagliente e tecnica anche con l'ausilio di banalissimi copia e incolla qua e là nel web? sarà remunerativo fare audience mettendo in crisi quel facocero!?

    Niente di niente.

    La Gran Bretagna, la GermaGna, l'Unione... Le solite cose.

    Io scriverò alla Rai, per lamentarmi della disinformazione e della scarsa e voluta impreparazione di Fabio Dazio; mi piace farmi del male sapendo che non riceverò risposta.

    E quindi...

    Segue...

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    1. "ma se sei un personaggio che fa comunicazione vicina a qualcosa che dovrebbe essere giornalismo" - il Giornalismo, per quello che sento e vedo nei tiggi' sui primi 7 bottoni del telecomando, non esiste. Avete visto come e' stata comunicata la notizia della manifestazione contraria all'Expo? Solo ed esclusivamente in merito ai disordini, con auto in fiamme e vetrine spaccate d'ordinanza. Avete per caso intravisto un Giornalista chiedere alle normalissime persone che manifestavano il perche' di tale posizione? Io ho solo visto personaggi che dal palco all'Expo annoiavano a morte i bencapitati, celebrando senza ritegno il semplice - e talvolta maldestro - rispetto di un impegno preso.

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  42. Chiedo a lei, che ha l'autorevolezza di chi fa cultura, di chi si può definire intellettuale perché l'intelletto lo usa e soprattutto ha la credibilità scientifica, di trovare il modo di andare in una piazza televisiva di quel tipo, di farsi "massacrare" dal conduttore a suon di domande serrate.
    Qualcuno potrebbe anche aprire gli occhi grazie al suo approccio scientifico e alla sua capacità di rendere concretamente comprensibili determinati meccanismi.
    Molti già lo hanno fatto o lo stanno facendo (come me ad esempio), grazie ai suoi libri, al suo blog e a tutte le sue attività di divulgazione.
    Non mi vergogno a dirlo, ero uno di quegli idioti che parlava bene dell'euro perché lo vedevo come qualcosa contro Berlusconi, uno scemo di quelli "senza l'euro sai che tassi di interesse pagheremo...". Ma poi dopo il cambio lira/€ per cui i miei ex fighissimi 3.500.000 lire sono diventati "appena" 1.700 €, ho guardato meglio il mondo reale, mi sono scontrato e mi scontro con gli effetti veri, ed ho cercato di capire o di provare a capire.
    Ed eccomi qui, a chiederle di trovare il modo per raggiungere anche chi il web non lo frequenta se non per diletto, chi se deve comprare un libro opta per qualcosa di più ludico, chi uno stipendio sereno o una pensione decente ce l'ha e trova più comodo sorvolare su certi approfondimenti.
    L'ho letta più volte discernere sul dubbio o la consapevolezza che lei stia facendo "anche" politica. Per me la sta facendo, ed anche nel modo che ritengo corretto: dando gli strumenti per far riflettere e proponendo programmi con tanto di progettazione delle fasi realizzative.
    Il partito non le serve e questo lo trovo politicamente sublime: solo contenuto. Solo la verità, certificata ed inoppugnabile.
    Il suo scopo è la scienza e la salvezza di quel che resta della nostra economia. Un Redentore!
    Io nel mio piccolo evangelizzo, o provo a farlo, chi come me non è Unto dagli studi, e mi applico con tutte le mie forze per riuscire nell'intento di promuovere una critica ed una coscienza critica sull'argomento euro e ciò che ne è connesso.
    E allora provi a redimere più anime, provi a trovare tribune più fruibili a masse più ampie, perché è vero che il tempo, l'attesa sulla riva del cadavere del nemico etc...ma io ho paura adesso, e ne ho più se penso al futuro mio e di mio figlio, ed ho il terrore che chi non scuote il pensiero e la coscienza mi ci trascini più alla svelta verso un peSSimo periodo.

    Grazie per lo spazio.
    Marco Del Campanile

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  43. Buongiorno Prof. Bagnai,
    dopo diversi post e commenti relativi dove si poteva interpretare (malamente ex post) una sua presunta volontà di scendere nell'agone politico (vedi movimentodalbasso e vari…), sono contento che abbia ancora una volta ribadito la sua natura d'intellettuale e non di politicante. Di partiti e movimenti ne abbiamo avuti e ne abbiamo già troppi in Italia e tutti (ma proprio tutti) per sopravvivere, o anche solo tentare di concorrere al potere, devono adeguarsi e soccombere al moloch del vincolo esterno, rinnegando le eventuali giuste promesse fatte ai propri elettori e/o sostenitori. Al contrario sarebbero condannati a rimanere una minoranza inascoltata ed insignificante, e quindi prima o poi a scomparire. E questo per diverse ragioni, la cui principale potrebbe essere quella di avere il main-stream dei media ferocemente contro.
    Conseguentemente sono ancora più contento nel sentirla affermare che se lo scopo è il ristabilimento della democrazia (più che la difesa …) allora l'obiettivo primario diventa l'affermazione della verità sulle menzogne e la conoscenza dei fatti. In sostanza quella che lei chiama una rivoluzione culturale.

    Come sono, ovviamente, d'accordo che l'efficacia delle azioni intraprese si valuta in relazione agli obiettivi che ci si da, e qui ritengo che occorre distinguere azione da azione: la pubblicazione dei suoi due libri e questo blog sono una incontrovertibile azione che ha aperto in Italia il dibattito sull'euro, inoltre i loro benefici effetti divulgativi hanno contribuito a diffondere conoscenze, fatti scientifici ed in definitiva ad aprire menti … e continueranno a farlo nel futuro anche senza di lei .
    Viceversa il "coinvolgimento" di politici come Fassina e D'attore, al di là dei loro meriti per avere iniziato un presunto percorso di conversione…, mi sembra si stia dimostrando un'azione (purtroppo) non molto efficace per l'obiettivo dichiarato: già in un commento al suo post del 27 marzo scorso chiedevo come giudicava il silenzio o almeno la flebile voce dei suddetti e se dovevamo considerarla una scommessa definitivamente persa. Ora dopo mesi di velate circumnavigazioni attorno al problema da parte degli stessi, senza mai sbarcare e pronunciare distintamente e forte la parola "Euro" e tutto quello che ne consegue, devo dire che la risposta me la sono potuta dare da solo: è solo tutta fuffa e siamo chiaramente in presenza di una precisa volontà a non dire agli altri, piuttosto che a se stessi, la verità… nient'altro che la verità, in maniera chiara e comprensibile per il grande pubblico.
    I motivi di questa "fuffa reticente" ed anche di questo "spreco di spazi comunicativi" in mano a queste volpi più o meno furbette, possono essere svariati, un'idea potrei averla ma non serve sprecare tempo a fare simili congetture… Purtroppo, in questo caso, obiettivo intermedio fallito ed una sana disillusione acquisita!
    Ovviamente spero di essere smentito dai fatti già da domattina … anche se non ci conto per niente.
    Segue

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  44. da post precedente:
    P.S.: per obiettività (e par condicio) devo dire che anche sul versante Salvini niente di nuovo sul fronte occidentale, che è poi quello dell'asse Bruxelles-Berlino-Francoforte: dopo l'invio al quotidiano Il Foglio, agli inizi dell'anno, di dieci punti programmatici da parte di Salvini (notare che nel sito della Lega non esiste nessun programma politico ufficiale … a parte lo statuto …. quindi potremmo dire che tale "programma" è del suo segretario ma non del partito! E i segretari possono anche non essere rieletti…) , dove si evince chiaramente l'uscita dalla moneta unica, in tutte presenze del leghista Fedriga, o di Salvini stesso, alle trasmissioni del main-stream settimanale, non viene mai pronunciata la parola euro collegata all'esigenza esplicita di uscire dalla moneta unica e così facendo riacquistare la propria sovranità. Si parla più assiduamente e piacevolmente di supercazzole varie… Non c'è niente da fare: il moloch del vincolo esterno spaventa, eccome se spaventa!

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  45. Si é mai visto un politico accrescere il suo consenso dopo aver ammesso di aver sbagliato? Qualche esempio? (Non é una domanda retorica)

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    1. Viktor Orban

      http://it.wikipedia.org/wiki/Viktor_Orb%C3%A1n

      Va al governo negli anni novanta, segue pedissequamente le politiche liberiste suggerite dalla EU, si accorge del disastro disastro (e perde le elezioni), ammette quindi che il liberismo e' una 'cagata pazzesca', ci costruisce su un programma elettorale antitetico, rivince le elezioni e governa con un buon successo in 'nto culo' della EU.

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    2. Interessante! Evidentemente Orban é stato in grado di far passare l'idea di aver sbagliato in buona fede. Oggi in Italia chi é in grado di fare altrettanto? Fassina? Mah ...

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    3. Non credo abbia gran che da perdere. Nella vita, ahimè, arriva il momento nel quale ci si gioca tutto. Non mi pare che Fassina o d'Attorre, aspettando che Renzi cada su un default, possano auspicare un futuro politico. Facevo fatica a comprendere fino in fondo l' incazzatura del prof., ma questo post me l' ha chiarita. Mi rimane il dubbio Alberto se debbano fare convinta opera di divulgazione rimanendo nel PD o se tu ritenga viceversa debbano avviare un percorso, da ora, verso l'aggregazione di un area politica che sappia parlare di uscita e del dopo. Forse che le alternative possano andare avanti di pari passo?

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  46. Per il PD l'euro è irreversibile (poveri stolti).
    Da il giornale "L'Arena" di Verona: "Renzi in Veneto lancia Moretti. E agli imprenditori chiede di diffidare di chi non vuole l'euro Ma da Milano Maroni prevede «una grande vittoria per Zaia»"

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  47. Da parte mia l'impegno ce lo metto, a costo di sacrificare amicizie e di essere trattato da reietto e come può immaginare a Piddinia è facile.
    Ormai i miei regali sono scontati: lei e/o Giacchè.
    I risultati piano piano arrivano e la consapevolezza aumenta.
    Le racconto solo che, all'ultimo pranzo di famiglia, mio padre e mio fratello che hanno sostenuto Renzi fino ad ora, e questo è stato un fatto su cui abbiamo litigato spesso, hanno voluto tornare sui noti argomenti.
    Il fatto scatenante è stato un colloquio di lavoro svolto da mio fratello in cui gli hanno chiesto se fosse disponibile a lavorare, a volte, anche 24 ore su 24.
    Bello no?
    Ora i libri che gli ho regalato negli ultimi due Natali sono tornati buoni...
    È stata una grande soddisfazione vederli zitti ad ascoltare ed annuire ciò che ci ha insegnato.
    Certo, qualche piccolo reflusso c'è ancora, ma la cosa divertente è che se li fai riflettere si guariscono da soli.
    Speriamo bene ci sia anche questa svolta culturale che tutti auspichiamo e per la quale ognuno di noi combatte la sua piccola battaglia quotidiana.
    Non nascondo però un po' di pessimismo poiché davvero non se ne vede la fine.
    La speranza è l'ultima a morire, per forza, poi forse mi arrenderò anch'io.
    Come sempre, Grazie.

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    1. Ma dai, che non son mica tutti stronzi, a Piddinia...

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    2. Dottore, che ti devo dire, molti miei contatti sono davvero irrecuperabili.
      Avendo abitato sopra Marzabotto per tanti anni potrai capire bene l'ambiente in cui sono cresciuto.
      Tanta brava gente con grandi ideali ed ottime intenzioni... Ma forse troppo ingenui/ottusi.
      Passare da fascista/leghista/grillino credimi, è un attimo.

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  48. Sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il blocco delle indicizzazioni delle pensioni, un estratto dell'articolo di Fubini (lo so, lo so...):

    "Ma il conflitto fra interpretazione della Costituzione italiana, regole europee e risorse è più acuto che mai. Lo è al tal punto che, in ambienti del governo, sta emergendo una tentazione: chiedere un rinvio del caso alla Corte di giustizia europea, per chiarire se la sentenza della Consulta italiana sia coerente con gli impegni di bilancio firmati a Bruxelles. Il nuovo Patto di stabilità (il "Six Pack" e il "Two Pack") sono inclusi nel Trattato, dunque hanno rango costituzionale e il diritto europeo fa premio su quello nazionale. Il governo italiano potrebbe chiedere alla Corte di Lussemburgo se la sentenza dei giudici di Roma sia compatibile con essi. In realtà è difficile che alla fine il governo prenda questa strada. Sarebbe la prima volta che un premier si rivolge alla giustizia europea contro la sua stessa Corte costituzionale e probabilmente Matteo Renzi vorrà evitare una mossa così destabilizzante."

    Però intanto la buttano lì. La solita strategia. Se mai accadesse, sarebbe un fatto gravissimo, senza precedenti, una vera dichiarazione di guerra alla democrazia.

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    1. E' il metodo juncker... lo dico e guardo l'effetto che fa.

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    2. A occhio la trovo una possibilità un po' remota. Il ricorso, intendo. Per una semplice ragione: la corte non nega i vincoli di bilancio, dice che quella specifica norma non è costituzionale. Quindi il sottinteso è che i vincoli vanno sì rispettati, ma con mezzi costituzionali: non si può fare una rapina a mano armata per rispettare i vincoli di bilancio.
      Per inciso, non sono convinto che in ambito costituzionale il diritto europeo "faccia premio" su quello italiano...

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    3. Se il diritto comunitario prevalga sulla costituzione italiana è oggetto di dibattito e la dottrina non è concorde. A parte i tanti "dipende", si sono più no che sì, mi pare... Sarebbe interessante un approfondimento di chi ne sa di più.

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    4. Dal punto di vista dell'ordinamento giuridico italiano, il diritto EU prevale — ma solo nei suoi specifici campi di competenza — sulla legge ordinaria italiana, ma non sulla costituzione italiana!
      Vedi Cassese, Fase 3: http://www.cortecostituzionale.it/documenti/convegni_seminari/19-21_11_09_Cassese.pdf

      La Fase 4 a cui Cassese fa riferimento si riferisce al fatto che la Corte Costituzionale ita (per ragioni di "economia" giudiziaria) agisce solo in via incidentale, cioé: il suo giudizio sulla incostituzionalità di una legge ordinaria può avvenire solo se si tratta di norma applicabile nel giudizio a quo (quello del giudice di merito). Se la norma ordinaria ita (sospettata di incostituzionalità) in materia coperta dal diritto comunitario fosse in conflitto con quello, allora deve essere fatta fuori dalla ECJ, che è l'unica competente a interpretare il diritto EU.
      Nel caso in questione però la norma ita sulla indicizzazione non è sospetta di essere in contrasto col diritto EU (quindi anche fosse giudicata conforme dalla ECJ sarebe irrilevante), ma con la Costituzione ita. E la costituzione ita non ricava il suo fondamento dal diritto EU, ma dagli atti fondativi primari degli anni 40, e in definitiva dal popolo italiano. E' il diritto EU a derivare la sua vigenza dal fatto che stati sovrani esistenti lo hanno creato. Il rapporto di fondazione e legittimazione va dal diritto nazionale a quello EU, e non certo l'opposto.

      Il discorso di Fubini a me pare fuori del mondo.

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  49. Vorrei proporre per una riflessione comune una osservazione storica.

    Forse non tutti sanno che dal 1989 e' attivo in Inghilterra il 'Bruges Group' (una specie di a-simmetrie ante litteram).

    http://www.brugesgroup.com/about/index.live

    Nonostante che le idee anti-EU in UK siano trasversali a tutti gli schieramenti politici, quando arriva il momento avviene sempre 'qualcosa'.

    Stavolta non credo fara' eccezione neppure Niegel Farage.

    C'e' stato un momento in cui sembro' che i Conservatori (guidati Iain Duncan Smith) ce la potessero fare, ma all'ultimo minuto IDS fu estromesso.

    "Duncan Smith followed William Hague as only the second Conservative Party leader since Austen Chamberlain not to have become Prime Minister and was the first since Neville Chamberlain not to have led the party in a general election."

    http://en.wikipedia.org/wiki/Iain_Duncan_Smith

    IMHO Viktor Orban e' riuscito in Ungheria a vincere di seguito le elezioni con un programma anti-EU solo perche' il sistema elettorale locale e' molto peculiare.

    http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_15561.asp

    Con un sistema bipolare (o quasi), di tipo maggioritario come il nostro, temo che un qualunque futuro leader anti-EU possa solo fare la fine di IDS.

    Concordo quindi con la strategia del Prof., perche' non serve fare il partito, sara' molto piu' efficace fare in modo che i tutti i capi partito saranno costretti ad affrontarsi sostenendo le stesse tematiche anti-eurozona....

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    1. Hai portato due esempi un po' particolari, in cui a prevalere non è la diffidenza verso le politiche europee, ma la diffidenza verso l'Europa tout court. Motivo per il quale non adopererei qui in Italia la locuzione "Leader anti-EU": sarebbe già un passo falso. Credo che qui nessuno voglia buttare a mare le conquiste culturali dell'Unione Europea, in primis il non considerare più molti popoli come "stranieri" o peggio "nemici".
      La contrapposizione non è con "il tedesco", ma semmai con un gruppo, un'élite di pensiero che ha imposto un percorso; ma per trovarne alcuni prestigiosi esponenti non serve mica andare in Germania. "La troika è una forma di neocolonialismo" l'ha detto un italiano (sicuramente l'avrete già annotato in qualche altro post: http://www.corriere.it/politica/15_febbraio_15/monti-miei-errori-scelta-civica-deluso-politici-tanti-neofiti-9bbf7d46-b4eb-11e4-b826-6676214d98fd.shtml).

      All'interno della stessa risposta all'intervistatore troviamo anche il perché un reale contrasto non può che venire da un forte mandato elettorale dato a un partito: si andrebbe, a livello politico e giuridico, in territorio inesplorato.

      E poi, in un contesto in cui tutti se ne fregano dei meccanismi della democrazia, sarebbe quanto meno salutare che qualcuno che voglia fare politica attiva li usasse fino in fondo.

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    2. Anti-EU implica anti-euro.
      Anche anti-euro implica automaticamente anti-EU, solo che l'implicazione rimane inconscia.
      Consiglio la rilettura di IPF.

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    3. Potrebbe proseguire la catena di implicazioni dicendo che anti-EU non vuol dire anti-Europa, un ente abbastanza forte nell'immaginario collettivo. Ma nel frattempo l'attenzione dell'interlocutore è già volata altrove; il suo cuore, in compenso, l'ha già bollata.
      Piccoli passi. E ben scelti.

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  50. About Backfire:

    "The Tupolev Tu-22M (Russian: Туполев Ту-22М; NATO reporting name: Backfire) is a supersonic, variable-sweep wing, long-range strategic and maritime strike bomber"

    "Its usage was similar to the United States Air Force deployment of B-52 Stratofortress bombers in the Vietnam War, dropping large tonnages of conventional ordnance."

    [do you remember the "almighty"?]

    and, accordingly:

    "The later Tu-22M3 (NATO: Backfire C) .. was nicknamed Troika ('Trio' or third) in Russian service."

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  51. Cari Piddini pentiti,
    se la vostra preoccupazione è che, schierandovi contro l'Euro, passereste per dei coglioni e nessuno vi voterebbe, beh, è difficile darvi torto.
    E' così.
    E tuttavia non vi voterebbero comunque, certamente con i capilista bloccati scelti da Renzi e la scomparsa di 315 poltrone senatoriali non avrete comunque nessun ruolo nella prossima legislatura.
    Fatevene una ragione.
    Fatevi anche una ragione del fatto che, se passate per coglioni, è perchè lo siete o, meglio, dal momento che siete pentiti, perchè lo siete stati.
    Sarete meritatamente fuori, rassegnatevi.
    Diciamoci la verità, se nel vostro fare politica aveste avuto una sincera vocazione di sinistra, avreste avuto anche gli anticorpi necessari ad evitare la disastrosa situazione attuale, e se anche non aveste capito avreste almeno intuito, ma tant'è.
    Per questo motivo sto perdendo tempo, perchè dico le cose giuste alle persone sbagliate, ma pazienza, diciamo che nel perder tempo ritengo anche di fare (almeno un po') il mio dovere civico. Un concetto che non deve esservi troppo chiaro, capisco...

    Perchè dunque dovreste prendere una posizione netta, e non solo contro la legge elettorale, ma contro l'Euro?
    Essenzialmente per 2 ragioni:
    1) TEMPO: Il paese è destinato al più nero baratro, e la crisi economica sempre più grave che travolgerà l'Europa spazzerà via i Renzi, i Napolitano, i Draghi, e questa cricca di servili doppiogiochisti. A quel punto, fra 2-3 anni, la gente sarà disposta a dimenticare i vostri trascorsi, e considererà coraggiose quelle stesse posizioni che, oggettivamente, al presente vi faranno passare (con merito) per coglioni.
    2) VISIBILITA': Oggi la minoranza PD appare come un miscellaneo assortimento di vecchi lagnosi giunti al loro capolinea politico, di bandierarossisti nostalgici delle belle ciao stonate ubriachi alle varie feste dell'Unità e marxisti demodè almeno dai tempi del crollo del muro di Berlino, che come sapete (perchè ve lo hanno impiantato nel neurone) ha sancito la definitiva sconfitta del comunismo (la Cina è solo un piccolo paesino ininfluente nella geopolitica modiale, per cui la pdporogaganda la ignora...). Quindi, o trovate il modo di smarcavi, e assumete una vostra identità realmente alternativa, CHIARA E VISIBILE, e l'unica proposta alternativa è attualmente quella dello slogan "il tramonto dell'Euro" slogan al quale sono seguite oltre 1000 pagine di analisi, mentre il vostro slogan preferito "un'altra Europa è possibile" giace da almeno 10 anni come copertina vuota di contenuti (contenuti SERI, dico, le minchiate tipo: "se la SPD vincesse le elezioni in germagna nel 2500" non contano), oppure svaporizzate, nel cui caso se siete abbastanza vecchi godetervi la pensione, altrimenti trovatevi un altro mestiere.

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    1. Ti ringrazio per questa edizione ad usum delphini.

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    2. I piddini pentiti, per iniziare la perigliosa risalita del fiume ideologico, possono contare su altri pentiti a livello europeo? Qui hanno il Prof. a cui aggrapparsi, ma in Spagna, Francia e Germania ci sono riferimenti paragonabili? La sfida e' su base europea, e' necessario che i pentiti di tutta Europa si coordinino.

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  52. Gentile professore,
    Ritengo che un politico che "abbia capito" e voglia invertire la tendenza, debba fare molto di più che chiedere scusa (sacrosanto), parlare pubblicamente di questi concetti e infilarsi in battaglie di testimonianza in parlamento contro una legge. Vorrebbe dire o usarli a fini strumentali o rinchiudersi nel recinto di una minoranza da descrivere di volta in volta con termini quali "antipolitica", "demagogica", etc.

    Le idee esposte in questo blog non sono orpelli secondari, ma criticano la base della concezione politico/economica che tutti - partiti, media e cittadini - abbiamo considerato come l'unica strada possibile. Non sono quindi posizioni sostenibili in una corrente, ma sono alternative, conflittuali con le politiche vigenti e necessitano di un proprio spazio autonomo: i politici che le sostengono non possono sottrarsi alla responsabilità di usare il mezzo che la costituzione ci indica per "concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale" (art.49).
    Aggiungerei tra l'altro che fare politica vuol dire prendere decisioni, guidare e non andare a rimorchio; diventare quindi un punto di riferimento presso la cittadinanza per quelle idee; difendere coloro che vi si avvicinano e fornire loro un perimetro protetto in cui valorizzare la discussione basata su fatti, al riparo dall'equidistanza tra chi porta dati e prove e chi invece chiacchiera di vino e ubriaconi (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/29/grecia-sulla-solidarieta-dei-tedeschi-a-certe-condizioni-e-sul-perche-hanno-ragione/1635625/).

    Tanto più che, a fronte dello smarrimento di ogni bussola ideale e ideologica da parte dei partiti (surrogata dal carisma del leader), queste politiche sono già state tradotte da Bagnai in potenziale strumento politico. Politico nel senso di lotta per il potere, attraverso il consenso. Le ha infatti divulgate, ma soprattutto rese divulgabili, comprensibili anche ai non addetti ai lavori.

    Quindi, hanno a disposizione idee, strumenti politici, una prima platea alla quale rivolgersi e una sterminata e crescente prateria di underdogs in balia di prestigiatori e che attendono una speranza reale ed articolata, persuasiva, per cui valga la pena spendere le poche energie rimaste.

    Lo vogliono fondare e mettere in carreggiata questo partito o aspettano l'istituzione di un premio di maggioranza per l'impegno?

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  53. Io sarò il solito, quindi né un economista né un politico, ma… ci sono le elezioni! Questi mal di pancia “a tempo sincronizzato” all’interno dello stesso partito a me ricordano tanto una vignetta d’antan di Forattini “Il nonno reazionario vota la DC di destra, il padre moderato vota la DC di centro il figlio contestatore vota la DC di sinistra…”

    Approposito di elezioni, ma di brogli neanche a parlarne?

    Dico così perché un aiutino al Piano Seldon specialmente quando sembra traballare, lo si dà sempre da parte della Seconda Fondazione

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  54. OT.
    Sti tedeschi odano scioperare!!...e chi sà perchè?!!

    http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2015/05/04/parte-sciopero-macchinisti-di-6-giorni-in-germania_4f6a6ad7-1def-412d-bd5b-f80ca07599a7.html

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  55. " .. il tentativo (finora riuscito) di estirpare il diritto al lavoro dalla costituzione, per riportarlo nel codice civile."

    Ed una tappa fondamentale è tuttora in corso: gli attacchi sgangherati e scomposti contro la sentenza della Corte costituzionale sul blocco della rivalutazione delle pensioni (riforma Fornero).

    Una sentenza che, invece, brilla per la straordinaria civiltà giuridica che contiene.

    Distruggere la legalità dello stato di diritto, difeso strenuamente da una dozzina di vecchietti vestiti a festa, si può e si deve se si vuole salire di un grado nello sciagurato ordinamento libberista: fino a quello, famigerato, delle tre b.

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    1. Io non sono cosi' ottimista.

      La Corte Costituzionale Italiana (come le analoghe Corti degli altri principali Paesi Europei, tranne forse quella tedesca) non ha mai voluto mettere in discussione il principio di prevalenza della legislazione Europea rispetto alla Costituzione della Repubblica Italiana (ed alla sua legislazione interna).

      Come le Corti Costituzionali di tutta Europa anche la Corte Italiana avrebbe tutti gli strumenti per ripristinare il totale rispetto (e la prevalenza) della Costituzione nazionale, tranne uno: il coraggio.

      Il coraggio se non ce lo hai non te lo puo' dare nessuno.

      Per sostenere il punto mi piace ricordare il caso esemplare della Danimarca.

      Nel 1992 la Danimarca disse NO al primo referendum sulla ratifica del trattato di Maastricht.

      http://en.wikipedia.org/wiki/Danish_Maastricht_Treaty_referendum,_1992

      Il referendum confermava la sostanziale ritrosia degli abitanti del Regno (divenuto di fatto uno stato satellite della Germania dopo la sconfitta del 1864) a cedere ulteriore sovranita' ed il risultato era ampiamente prevedibile anche alla luce della precedente uscita della Groenlandia (che fa parte del Regno ma non della EU) dalla EEC (il precursore della EU).

      http://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_guerra_dello_Schleswig

      http://en.wikipedia.org/wiki/Withdrawal_from_the_European_Union

      Nella 'nazista' (a me sembra nazista, cioe' piu' che fascista!) EEC/EU comunque non era e non e' ancora contemplato il NO, per cui si vota ad oltranza fino all'ottenimento di un SI, costi quello che costi (compreso fare carne di porco della costituzione nazionale a colpi di voti di fiducia).

      Per poter ri-votare ci si invento' all'epoca un misterioso 'protocollo aggiuntivo', il Protocollo di Edinburgo:

      http://en.wikipedia.org/wiki/Edinburgh_Agreement_%281992%29

      Il protocollo non fu mai ri-ratificato (insieme al trattato principale che voleva emendare) da tutti gli stati membri (ma avrebbe dovuto esserlo!) e costituisce una bella 'supercazzola spermaturata', di nessun valore giuridico, grazie alla quale si tenne un secondo referendum l'anno dopo.

      http://en.wikipedia.org/wiki/Danish_Maastricht_Treaty_referendum,_1993

      Quando la Corte Costituzionale Danese fu chiamata a decidere sulla liceita' del secondo referendum decise che non c'era nulla da obbiettare.

      Per fortuna i Danesi confermarono la loro avversione alla EEC/EU (a guida tedesca) nel successivo referendum sulla moneta unica.

      http://en.wikipedia.org/wiki/Danish_euro_referendum,_2000

      Per ora la EC/EU non ha ancora tentato di forzare in Danimarca un secondo referendum sull'euro, ma la cosa 'riciccia' di tanto in tanto.....

      Ovviamente da allora non si vota piu' (per mezzo di referendum) per ratificare niente: troppo incerto l'esito ed a furia di 'supercazzole spermaturate' anche i piu' coglioni comincerebbero a notare che qualcosa non va in questa unione piu' che distopica.

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    2. Questa me la ricordo bene....eri al liceo nei primi '70 per caso ?

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    3. No, ero alle elementari… ma ormai fa parte della cultura pop(olare)

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    4. Io no, ma tu probabilmente ci sei rimasto (alle elementari) :)

      (ps: vedo che è difficile discutere, qui. Peccato.)

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    5. Per come le ho fatte io, non è assolutamente un limite. Avevo una maestra che insegnava il coro del Nabucco a mocciosi di 7 anni, per dire.

      Comunque "HAZET36 PIDDINO DOVE SEI" è un esempio di legge del contrappasso (questo invece me l'hanno inZegnato al liceo - sientifico però, e anche questa era una sQuola dove non era un limite fermarZi).

      Comunque IO qui ci vengo soprattutto per restare di buon umore…

      Ossequi

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  56. PUDE pagina, questa mattina. Conduttore il famoso Sergio Rizzo (coautore de "La casta"). Riassumo l'intervento di un ascoltatore che sottolinea come Renzi e il governo (i governi) altro non siano che gli uomini di mano delle élites finanziarie che governano la UE, istituzione non elettiva, che hanno lo scopo di annullare le istituzioni nazionali di ciascun Paese. Risponde Rizzo: "Non sono d'accordo. Lasciamo stare la UE, le banche, le istituzioni finanziarie e le multinazionali. Tutto questo non c'entra niente con la crisi". E via sproloquiando di corruzione, evasione, cultura dell'illegalità e così via. Se domani riesco a prendere la linea (800050333) lo asfalto.

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  57. A proposito di narrazioni renziane, leggetevi questo articolo del prof. Giorgio Israel. Comincia così: " DA OGGI I MIEI INTERVENTI SULLA STAMPA SONO FINITI
    Questo articolo doveva essere pubblicato da giorni, e di giorno in giorno è stato rinviato, fino a che oggi rappresenta l’estremo limite perché non diventi obsoleto. Lo propongo qui in una versione un po’ espansa.
    In cambio, al suo posto, è stato pubblicato un articolo-appello a non scioperare che imputa allo sciopero il rigetto del tema del MERITO – insomma una predica sull’importanza del merito. Il “bello” è che l’autore della predica è persona che ha millantato due lauree e un master di economia mai conseguiti, e altre titoli di “merito” inesistenti. Se, per fare una predica sul merito, si ha bisogno di rivolgersi a una simile “autorità” vuol dire che il grado di insensibilità etica ha raggiunto livelli impensabili.


    Da oggi sono finiti i miei interventi sulla stampa. (Da intendersi come la “stampa" in generale, e non l'omonimo quotidiano su cui non ho mai scritto). Non me ne rammarico perché ho sempre detto quel che pensavo e ho pagato prezzi molto alti per questo. Non cambierò certo in tarda età. D’ora in poi scriverò soltanto sul blog o presso chi vorrà darmi spazio in modo libero e accettabile."
    http://gisrael.blogspot.it/2015/05/da-oggi-i-miei-interventi-sulla-stampa.html

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    1. Ma sai, lui è bravi, come Fazio, Celestini, Guzzanti ecc., temo. Diffido visceralmente di chi si appiccica le foglie sugli occhi per non vedere l'albero. Noterai che il suo lettore cita Markaris, noto terrorista pro-PUDE, del quale abbiamo apprezzato la ricostruzione fantasiosa di una ipotetica Grecia post-euro. L'hanno voluto? Se lo godano. Non riesco ad avere pietà di chi per cecità ideologica ha mandato al macello centinaia di simili e si sveglia quando viene sfiorato il suo deretano. Quella dell'euro, e più in generale dell'Europa, È la questione cruciale, che non ammette assenti giustificati. Oggi, chi vuole la parola, deve prima dire da che parte sta, oppure non è credibile, come i due amici di cui ci stiamo occupando.

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    2. Trovo ingeneroso "diffidare visceralmente" di Israel semplicemente sulla base di un commento di un suo lettore: a ben vedere qualche commentatore ottuso si trova a volte persino su Goofy.
      Giorgio Israel, nel Novembre 2011, quando Goofy aveva appena un paio di settimane di vita, scriveva:

      "Al riguardo fa riflettere un recente discorso di Monti in cui si diceva: «Non dobbiamo sorprenderci che l'Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. 
I passi avanti dell'Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario.
È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c'è una crisi in atto, visibile, conclamata».
      Si tratta di affermazioni sconcertanti, consone più che a un tecnico moderato, a un esponente delle tradizioni politiche che pongono gli obbiettivi storici "supremi" al disopra della volontà e delle esigenze dei cittadini. I "passi avanti" dell'Europa si misurano con la crescita del benessere, della qualità della convivenza civile, della cultura, dell'istruzione; non con la quantità di sovranità nazionale ceduta. Invece, qui si dice addirittura che le crisi sono benvenute e salutari perché costringono i cittadini sofferenti a rinunciare all'appartenenza nazionale pur di salvarsi. Questo è un tipico ragionamento da rivoluzionario che vede le crisi come tappe di una rivoluzione permanente in vista di un obbiettivo supremo, nella fattispecie il potere centrale europeo come necessità storica trascendente. L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è di un trotzkismo tecnocratico, di ammazzare il paese con cure da cavallo sull'altare dell'ideale della cessione della sovranità nazionale da realizzare anche a costo di fabbricarlo con le sofferenze della gente. È meglio non lasciarsi abbacinare dal mito del Reich europeo millenario e pensare alla via giusta per ridare al paese speranza, vitalità e fiducia nel futuro, perché solo così riprenderà a crescere."

      Io al tempo Goofy non lo conoscevo ancora, ma il post di Israel lo lessi, e vi riconobbi la mia stessa consapevolezza della natura profondamente antidemocratica di una UE volta a fini che nulla avevano a che vedere, appunto, con il benessere, la qualità della convivenza civile, l'istruzione e la cultura degli europei.

      Non erano parole che allora capitasse di leggere frequentemente.

      Certo, manca l'analisi economica del modo in cui l'Euro è testata d'angolo di questo processo antidemocratico (Israel non è un economista e si rende conto di non esserlo) e manca l'analisi di classe dei moventi di questo processo di cui Israel riconosce chiaramente lo svilupparsi ma non arriva a chiarirsi le cause. Su questo secondo punto al tempo stavo già maturando una visione più chiara grazie alla lettura di "Wealth and Democracy" di Kevin Phillips (un ex consigliere di Nixon, of all people…). Per il primo punto ho dovuto, chiaramente, attendere l'incontro con Goofy, ma a quel punto avevo già una discreta consapevolezza di quanto stava accadendo: se questo blog, che pure mi ha dato un'inestimabile impalcatura scientifica sull'argomento, non ha avuto bisogno di aprirmi gli occhi lo devo, se anche in minima parte, anche ad Israel.

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    3. Luigi, non sono io a essere ingiusto: è la vita. Se io attiro gente come voi, e lui attira dei coglioni, un motivo ci sarà. Sono stanco del politicamente corretto. Dopo che uno sforzo divulgativo titanico ha raggiunto dal coltivatore al deputato, l'argomento secondo il quale "l'intellettuale x non è un economista" non mi convince più di tanto. A scanso di equivoci: a me Israel piace. Ma oggi dire cose giuste non basta più. Io l'ho capito (tardi), voi l'avete capito. Quanti morti occorrono agli altri? Questa è la trahison des clerks (col k).

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    4. Caro Alberto,
      perchè sia utile intimare "o di qua o di là" come sul campo di battaglia - e siamo effettivamente sul campo di battaglia - dovremmo prima formare il nostro schieramento (l'altro c'è già, ed è molto più forte sotto ogni profilo).

      Difficile riuscirci se si dà dell'irresponsabile o del cretino a chi ha tutte le carte in regola per diventare un valido alleato come Israel, come fa per esempio questo "rapa" che, letto il tuo intervento sul blog di Israel, ne fa subito, coinvolgendo il tuo nome, uno di rara impertinenza: http://gisrael.blogspot.it/2015/05/da-oggi-i-miei-interventi-sulla-stampa.html?showComment=1430825567157#c6563343456762428545

      Israel, naturalmente, risponde offeso e seccato, come chiunque farebbe.

      A proposito di pensiero strategico, ricordo la massima elementare che si vince quando si riesce ad ampliare le proprie alleanze, e a ridurre quelle del nemico.

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    5. Roberto caro, hai ragione quanto al pensiero strategico, ma ti sfugge un punto: la strategia non è un mio problema perché io non sono un politico. Sul tema della scelta di campo, invece, perdonami, ma non ti seguo. L'euro è chiaramente un confine fra democrazia e autoritarismo. Questo punto è acquisito al dibattito, grazie a Luciano, grazie a me, grazie a Vladimiro. Se uno che vedeva tante cose così bene prima vede così male dopo, capisci che il problema non può essere mio. Il discorso ha molte sfaccettature, tu sei molto più preparato culturalmente di me, e in qualche modo anche molto più patriota, perché in fondo alle tue parole traspare il desiderio di evitare scenari autoritari ai quali io attribuisco probabilità crescente (ci sarebbe da intendersi sui termini), e il desiderio di "salvare" gli appartenenti a una parte che non è la tua, ma la mia, dei quali io invece mi auguro che crepino, come hanno lasciato crepare la Grecia, e tutto quanto non sembrava loro affine. Tranquillo, poi mi passa. Intanto, non so cosa abbia detto Israel, ma intuisco che abbia detto da che parte sta: anche lui, come Bersani, è "quello dell'euro"? Il resto ci interessa?

      Vedi, i politicanti avevano un'occasione, e in quel contesto avrei operato diversamente. L'hanno sprecata. Io devo pensare alla Grecia e alla salute. Le rivendicazioni tardive di un ceto che scopre adesso quello che gli diciamo da quattro anni mi fanno un po' schifo. Israel reagisce come chiunque? Peggio per lui. Questi non sono momenti per chiunque. Chi ha condannato gli altri a morte con la propria indifferenza non può aspettarsi abbracci fraterni, capisci? Questo paese non si salverà. Mi spiace essere così pessimista, ma se neanche con le mazzate capiscono non vedo grandi speranze.

      Tu sei una persona saggia e buona.

      Io no.

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    6. Giorgio Israel è uno degli "ideologi" che concepirono la famigerata "riforma" Gelmini (parzialmente attuata). Oggi che Renzi gli completa l'opera non è contento? Che vuole, lo schiavismo per gli insegnanti?

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    7. @LucaF Hai una fonte? Mi piacerebbe sapere quanto posso fidarmi del mio istinto.

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    8. Roberto Buffagni5 maggio 2015 14:40

      "A proposito di pensiero strategico, ricordo la massima elementare che si vince quando si riesce ad ampliare le proprie alleanze, e a ridurre quelle del nemico. "

      Vorrei ricordare che la guerra è persa (aziende delocalizzato, chiuse, privatizzazioni, impoverimento generalizzato, .......................)
      Quando la polvere si posera' tocca vincere la pace.
      Ciò che risulterà problematico con alleati che non vedono le cause nemmeno mentre dispiegano tutti gli effetti prima del collasso.

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    9. Mmmmmh! http://www.ilsussidiario.net/mobile/Educazione/2009/9/21/SCUOLA-Israel-troppi-interessi-miopi-stanno-affossando-la-riforma-Gelmini/38328/ Non so. Io per il TFA ci son passato, lo ricorderete... Ho trovato molta immondizia antisemita contro il prof. Israel (efferatezze delle quali anche lui parla con equilibrio e preoccupazione: http://gisrael.blogspot.it/2009/09/ecco-cosa-significa-occuparsi-di-scuola.html). E ho trovato anche questa intervista: http://www.roars.it/online/intervista-a-giorgio-israel/, che non mi pare del tutto consonante con l'altra. Sono estremamente perplesso e sento una gran puzza di ideologia...

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    10. A ulteriore scanso di equivoci: l'intervista su ROARS mi sembra (stranamente, data la sede) del tutto condivisibile. Sull'altra ho dubbi (in base alla mia personale esperienza). Ma questa non è la sede. Il punto è: questa gente ci serve?

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    11. Certo prof., anzi mi scuso se non ho subito citato una fonte, sul web se ne trovano a iosa (basta vedere cosa scriveva sul proprio blog negli anni dell'elaborazione della riforma...).

      Un buon punto di partenza potrebbe essere questo:
      http://diventareinsegnanti.orizzontescuola.it/2012/08/22/giorgio-israel-si-rivolge-ai-lettori-di-orizzonte-scuola-per-chiarire-alcuni-passaggi-relativi-al-cammino-che-ha-portato-allattuale-sistema-del-tfa/

      Cmq è notorio che Israel sia stato consulente del ministro Gelmini, per poi abilmente "smarcarsi" quando le cose si mettevano male...

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    12. Precisazione: non è vero che "Giorgio Israel sia uno degli "ideologi" che concepirono la famigerata "riforma" Gelmini". Gli hanno chiesto di collaborare, lui lo ha fatto, le sue proposte non sono state accettate dal ministro, e si è dimesso.
      E se si aspettasse un momento, prima di accusare e insultare?

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    13. Carissimo Roberto,
      io sono molto impertinente e me ne dispiaccio quotidianamente. Certamente ho esagerato, senza però insultarlo. Ho chiesto scusa, spiegandomi, in una controreplica, e chiedo qui scusa al prof. Bagnai per averlo citato (in qualche modo) nel mio sfogo.

      Il punto è che a suo tempo io stesso ho preso alcune manganellate, andando in piazza per difendere la scuola e poi contro il precariato.

      Molto stupido da parte mia, usare il cranio invece della testa.

      Voglio cercare di farti capire quanto mi sono sentito fottere.
      Ho offerto il mio voto, le mie speranze, il mio corpo in una battaglia che era già persa e strapersa, in quel frame! Una battaglia per l'anima del cazzo!!!
      Sono un cretino? Non credo di essere il solo. E penso che quel 50% del corpo elettorale che NON VOTA ha motivazioni simili alle mie.
      Io so di essere stato un fesso. Ma rivedere, no che dico, subodorare dalla sintassi argomenti del tipo "ci vuole un'altra europa con pizzas"... Mi fa diventare idrofobo. Lo sono stato con Giorgio Israel, magari ho sbagliato, magari è il migliore di noi. Ho ben specificato dopo a quali ignavi, a quali mediocri mi riferivo.
      Comunque sia, posso perdonare chiunque. Sono stato idiota io, ammetto che possa esserlo stato anche Fassina, anche D'Attorre, anche PRODI.
      Ma devono chiedere scusa. DEVONO DIRE TUTTO al 100%, incatenarsi a via Teulada finché non li fanno entrare, e prendersi pubblicamente le loro responsabilità.
      Altrimenti, non solo non ce ne facciamo niente di utile: io personalmente, buon Roberto, ti prometto una cosa. Potranno dimettersi, ritirarsi, entrare in convento come Marrazzo, potranno anche andare in Indocina, ma io sarò lì nascosto in una ciotola di riso pronto a smerdarli pubblicamente.

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    14. Grazie Roberto per la precisazione sul ruolo di Israel (che non era immediato ricostruire). La tua versione è coerente con la presenza di Israel nel sito ROARS, che, com'è noto, vede nella Gelmini il male assoluto, con l'evidente intento tattico di far dimenticare l'altrettanto nefasto ruolo di Berlinguer.

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    15. @ Roberto Buffagni: non mi sembra di aver accusato e insultato. Semplicemente, tu accogli in toto l'interpretazione dei fatti divulgata ex post dal prof. Israel (che rispetto come uomo di scienza, ma non come consulente del ministro Gelmini), invece io (insieme a tanti altri che seguirono quelle vicende) no.

      Cmq segnalo che sul suo blog, Israel non ha ancora risposto al pertinente commento lasciato dal prof. Bagnai...

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    16. Preciso che anche se il suo blog è un po' meno frequentato del mio non mi aspetto né in alcun modo pretendo di avere una risposta.

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    17. Mi permetto di segnalare (da non esperto della materia) un altro articolo di Israel che, a prima lettura, mi sembra di buon senso e condivisibile, e dal quale non sembra trapelare alcuna cecità ideologica.

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    18. @Carlo Concordo, sembra una brava persona. Il punto è che, come qui tragicamente dovremmo aver capito, oggi purtroppo questo ormai non basta.

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    19. @Alberto B., me ne rendo conto ... il sentiero è lungo, impervio, privo di segnalazioni ed il fitto bosco non ti fa vedere l'orizzonte ...

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    20. Osservo che il prof. Israel non ha nulla a che fare con '' l'intento di far dimenticare l'altrettanto nefasto ruolo di Berlinguer'', anzi è stato uno dei primi critici di Berlinguer. Da quando lo leggo, l'ho trovato sempre coerente su questo. Anche sulla ''costruzione europea'', è stato uno dei primi a criticare ''l'europeismo retorico e di maniera'' (dopo, s'intende, il nostro amato ex Presidente). Da quando lo leggo, l'ho trovato sempre coerente, su questo punto, dove la sua critica è culturale, non tecnica, cioè non basata sui meccanismi economici innescati da una moneta unica, che forse non conosce (non si può sapere tutto, unicuique suum: ma il suo intuito gli ha permesso di scrivere cose del tipo: con la moneta unica, si è cominciata una costruzione al rovescio, partendo dal lato sbagliato: partendo dalla moneta, che dovrebbe essere l'ultima cosa - cito a memoria, ma il senso è quello). Sul piano culturale, la sua critica è la stessa di quella fatta, sul piano culturale, dal prof. Bagnai. Lo stimo molto. Pensa con la sua testa. Segue da anni e con passione disinteressata i problemi della scuola. Poi, nessuno è perfetto. Non predilige le analisi basate sull'economia. Preferisce quelle culturali. Forse qui c'è la sindrome dell'ex fumatore. Comunque, come dicevo, è stato uno dei primi a esprimersi criticamente (sulla base di considerazioni culturali che sono in sostanza le stesse del prof. Bagnai) contro l'europeismo retorico e di maniera, e perfino contro la scelta di iniziare dalla moneta, quando tutti gli altri (sarvognuno) (a parte i premi Nobel e alcuni economisti seri) si guardavano bene dal farlo.

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    21. a rapa e a LucaF

      Cari Amici,
      siamo tutti adulti scolarizzati, ognuno fa quel che può e vuole, sbagli compresi.
      Il professor Israel è uno studioso di valore, che da molti anni si impegna, gratis, per la scuola italiana. Lo leggo da parecchio, trovo intelligenti e condivisibili le cose che dice. La sua cultura politica è quella di un moderato, un liberale conservatore. Se lo ascolti parlare, da quel che dice e soprattutto da come lo dice capisci subito che è una persona "abbastanza onesta", come dice di se stesso il principe di Danimarca.
      Non ho assistito in diretta alla vicenda della sua collaborazione con la Gelmini. Siccome lo leggevo anche allora e me ne ricordo all'ingrosso, penso che dica la verità anche oggi, a quel proposito. Non ho prove, intercettazioni telefoniche, dichiarazioni giurate della Gelmini, etc.
      L'unica cosa che ci tengo a dire è questa, che sono sinceramente dispiaciuto di due cose 1) di dover difendere il prof. Israel, che non dovrebbe averne bisogno 2) di aver citato qui il suo blog, visto che la mia incauta citazione ha reso necessario quanto descritto al punto precedente.
      Ci sono tanti motivi per essere nervosi, precipitosi, anche ingiusti. Li abbiamo tutti. Buone maniere a parte, io sommessamente suggerirei questo: prima di scrivere, pensare un momento alle conseguenze. In questo caso, se Israel reagisce secondo la norma psicologica, le conseguenze sono le seguenti: che ogni volta che sentirà nominare il prof. Bagnai, per prestare attenzione a quel che dice dovrà vincere un moto di fastidio istintivo. Poi vedete voi.

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    22. ad AP (scusa, vedo solo adesso la tua replica a me).

      Secondo me, la guerra è in corso, l'esercito avverso è molto forte e organizzato, e il nostro non è ancora nè schierato nè mobilitato, siamo bande spontanee e male addestrate con qualche piccolo e provvisorio caposaldo sul terreno (fuor di metafora, parte della Lega di Salvini in Italia, parte del FN in Francia, e basta).
      Prima di parlare di "vincere la pace", cerchiamo di combattere la guerra, e se possibile di non perderla prima ancora di arrivare sul campo di battaglia.
      Nè l'euro, nè la UE ci faranno il piacere di suicidarsi per il solo fatto di essere tecnicamente sbagliati; o perlomeno non ce lo faranno in tempi politici prevedibili. Anche l'URSS e il comunismo erano tecnicamente sbagliati, e prima di implodere cortesemente ci hanno messo settant'anni + guerra fredda, etc.

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    23. @Fausto

      Però se non mi capisci nemmeno tu allora la cosa è veramente grave. Io ho detto esattamente il contrario di quello che mi attribuisci. ROARS (chiedilo a Paolo) è animata dal desiderio di attribuire tutti i mali alla Gelmini, e in questo senso mi pareva poco congruente che desse voce a chi invece dei mali dell'università italiana dà una valutazione più ampia (ad esempio riconoscendo la distruttività del 3+2, introdotto non dalla Gelmini, ci siamo?). A me Israel sembra una persona seria, e se non sbaglio sia te che Paolo me ne avete parlato bene. Il punto è un altro: è proprio il fatto che queste persone siano "serie", preparate, competenti, ecc., e quindi credibili per il piddino, che rende tanto più grave il loro non percepire le priorità.

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    24. @Roberto

      Caro, poi continuiamo il discorso sui punti importanti. Quanto al fastidio eventuale di Israel, ha senz'altro ragione e lo capisco, è menschlich, allzu menschlich, ma alla fin è anche un lutto che possiamo elaborare. Magari in altri casi e come norma generale di buona educazione (prima e più che di strategia) sarebbe bene stare più attenti. Ricordo anche che se io fossi stato il principe del bon ton, il dibattito in Italia semplicemente non esisterebbe.

      Vado in palestra, perché il lutto di me stesso avrei più difficoltà a elaborarlo (pur non dovendolo fare in prima persona).

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    25. @ Alberto:

      scusa, avevo frainteso.

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    26. Caro Alberto, buona palestra.
      Per il resto:
      1) non sei stato tu a essere sgarbato, al massimo sei stato ellittico
      2) a chi merita rispetto va dato rispetto, sempre, per principio e metodo, la pensi come noi no; e Israel (che non so come la pensi in materia di euro e UE) fino a prova contraria rispetto lo merita. La prova contraria io non la vedo.
      3) Il tuo merito è grande, come la riconoscenza che ti devo e ti dobbiamo. Lo sai tu, lo so io, lo sanno tanti italiani. Non lo sanno tutti.
      Tra coloro che lo ignorano ci sono i dolosi, i colposi, e gli affatto innocenti. Suggerisco di graduare l'approccio, perchè mi piacerebbe che lo sapessero tutti.

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  58. Ieri sera a Piazza pulita Formigli si è accorto che in Italia ai giovani restano solo lavori da 4/500 euro. Lo scorso 13 aprile Formigli aveva concesso che “l'Italia è la 7/8 economia del mondo”.
    Ora gli manca solo di comprendere il ruolo nefasto svolto da programmi come il suo nel distogliere l'attenzione dai problemi reali.

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  59. L'altra sera ho rivisto Vacanze Romane. non ricordavo che, nell'incontro finale tra la rientrata nei ranghi principessa Anja e la stampa, la prima domanda suona così: "Lei pensa che il progetto federale per l'Europa possa risolvere i problemi economici?". Risposta affermativa. Correva l'anno 1953

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    1. Là dove corrono il leone e la gazzella, avrebbero detto: polepole fika marudio yake

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  60. a proposito di Unità:

    [Esplora il significato del termine: Conferenza stampa alla camera: la De Gregorio e altri giornalisti sono stati condannati a risarcire i danni al posto della società editrice. Pignoramenti e ingiunzioni di pagamento per oltre 400 mila euro. L’Unità non paga la sua quota perché è in liquidazione ] Conferenza stampa alla camera: la De Gregorio e altri giornalisti sono stati condannati a risarcire i danni al posto della società editrice. Pignoramenti e ingiunzioni di pagamento per oltre 400 mila euro. L'Unità non paga la sua quota perché è in liquidazione

    http://www.corriere.it/inchieste/reportime/societa/fallimento-unita-pignorati-beni-ex-direttore-concita-de-gregorio/82b208b4-f2f8-11e4-a9b9-3b8b5258745e.shtml

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    1. http://www.einaudi.it/libri/libro/ascanio-celestini/la-pecora-nera/978880619324

      Conci,che ha scritto la prefazione del libbbro di Iulo!E il cerchio si chiude.

      Prof,che tempismo,sticazzi!

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  61. OT - Aggiornamento Francia

    "French manufacturing activity contracted for the 11th consecutive month in April, with the rate of decline the fastest so far this year…..and employment levels fell for a thirteenth successive month in April"

    http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/11581349/Warning-lights-flash-over-Greece-and-France-as-manufacturing-stumbles.html

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  62. Non riesco ad intravvedere uno sbocco a questa situazione: il problema è culturale e, di conseguenza, è un problema di informazione corretta, come ci siamo qui detti tante volte, perché le categorie interpretative della realtà non possono cambiare in meglio senza un'informazione corretta che le indirizzi (non l'ho letto, ma immagino sia questo il tema centrale de La fabbrica del falso di Vladimiro Giacché).

    Una grossa fetta dell'editoria, soprattutto televisiva, è in mano a soggetti appartenenti alla setta dell'€uropeismo, che non lascia trapelare segni di ripensamento (per cortesia non venite a parlarmi di errori, effetti collaterali o incompetenza dopo che qui sono stati prodotti documenti che dimostrano, oltre ogni ragionevole dubbio, che erano consapevoli di ciò che ci stavano facendo).

    La minoranza PD già oggi viene rappresentata, quando va bene, come un gruppuscolo di rompicoglioni avidi di potere, pronti a fare sgambetti al salvatore della patria (che un omississino d'oro come il rignanese passi per tale la dice lunga sull'efficacia dell'opera di rincoglionimento scientifico a nostro danno). Quando va male vengono rappresentati come dei deficienti irresponsabili.

    Appurato ciò, mi/vi domando: non è che stiamo sopravvalutando il reale potere di cambiamento della minoranza PD? Che reali possibilità hanno, sia rimanendo nel partito che fondandone uno nuovo¹? A me questa sembra una dichiarazione di impotenza politica e di stanchezza, un volersi sottrarre al ruolo di parafulmine e foglia di fico di un regime autoritario, che così finge di essere democratico, potendo ammettere persino l'esistenza —udite udite— di una opposizione sostanziale. Capiamoci: il rignanese rimane l'omississino d'oro di cui sopra, non è l'artefice di questo regime, che arriva da lontano (anche questo abbiamo qui chiarito oltre ogni ragionevole dubbio), ne è solo la temporanea risorsa addetta alle pubbliche relazioni — può venir sostituito non appena smette di essere utile.

    Come si rompe questo circolo vizioso? Per cambiare i rapporti di forza è necessario che a una ben più vasta parte di italiani arrivi un'informazione corretta, ma ciò non è possibile con gli attuali rapporti di forza. Un bel rompicapo...

    ____________________________
    1. prevenire è meglio che curare: ma il M5S in pochi anni è arrivato al XX%... Amico caro se finora non hai capito che il M5S è servito —che i vertici fossero consapevoli o meno è irrilevante— a compattare nel mefitico PUD€ (Partito Unico Dell'€uro) politicanti che fino a quel momento avevano recitato la parte degli acerrimi nemici... io che posso farci? E la nuova legge elettorale non mi pare migliori, per noi, la situazione.

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    1. Appurato ciò, mi/vi domando: non è che stiamo sopravvalutando il reale potere di cambiamento della minoranza PD? Che reali possibilità hanno, sia rimanendo nel partito che fondandone uno nuovo¹?
      Una domanda: quando parli del "reale potere di cambiamento della minoranza PD", quale sarebbe l'oggetto del cambiamento? A cosa ti riferisci esattamente?

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    2. Come risolvono il problema culturale? Come possono favorire il cambiamento delle categorie interpretative della realtà di una massa critica di cittadini italiani tale da cambiare i rapporti di forza?

      Quante persone credete siano in grado di capire il discorso di D'Attorre? Provate a pensare a voi stessi prima di scovare Goofynomics: cosa avreste capito di quel discorso?

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    3. Caro CorrettoreDiBozzi, sottovaluti la SStoria e l'Economia ( maiuscoli ).
      Le tigri asiatiche nel 1997 non volevano seguire la Tailandia nè Menem finire perseguitato in Argentina.Il botto arriva e non ascolta nessuno. E quando il botto arriva trascina chi non ha l'ancora...se gli Italiani non sanno o non sapranno o non sapevano non importa. La rottura dell'OCA avverrà perchè "questa volta è diverso" sono le 4 parole più costose del mondo. e L'OCA europea non è diversa e finirà come tutte le OCAs non ottimali o disfunzionali.

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    4. @Carlo Guadagni
      Certamente non potranno fare molto, ma non è un buon motivo per non farlo visto che oltretutto all'orizzonte non si vede nessuno che possa contrastare il cambiamento (in peggio, va da sé) dello scout disciplinato europaiolo.
      M5S abbiamo visto e capito che non sono efficaci, anzi sono deleteri,
      Salvini ha scelto un altra strada, poteva ogni tanto fare una deviazione parlando della moneta, nessuno glielo impediva, ma non ha voluto.
      Ha scelto il monotema limitandosi molto nella qualità cercando la quantità che sarà alta ma non sufficiente.
      Restano loro, i nostri "eroi" (si, esagero, ma hai visto mai...), non hanno molto da perdere, potrebbero guadagnare qualcosa.
      Hanno paura dice Valsandra?
      Di che?
      Tanto Renzi li ha già segnati, cosa sperano di ottenere, la grazia?

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    5. Il loro problema non è Renzi. È Bersani.

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    6. Beato me che ho visto in superficie.
      Peggio ancora, ma la soluzione non cambia, o il coraggio o il nulla.

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    7. Ah i casi di Argentina e Thailandia... due divertentissime scampagnate. Della Thailandia non so molto, dell'Argentina qualcosa ricordo.

      E i morti (il mitologico bank run di pagliuzziana memoria, gli scontri di piazza...), gli emigrati(*), gli anni passati nelle ristrettezze economiche, con l'angoscia di un futuro che non promette nulla di buono? Ma sì... nun sta' a guardà il capello! Aspettiamo, non c'è problema...

      Chi ha mitizzato la vicenda Argentina non ci ha reso un buon servigio.

      ____________________________
      * L'angolo dell'aneddoto: nel '93 conobbi qualche italo-argentino (lavoratori) di 3a/4a generazione: vennero in Italia perché la situazione economica (per i lavoratori) si stava già allora deteriorando.

      Qualche anno prima che saltasse cominciarono invece ad arrivare i ricchi borghesi (coi capitali al seguito), quelli che avevano contribuito all'ascesa di Menem. Non vi stupirete se aggiungo che il tenore di vita dei due gruppi era lievemente diverso.

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    8. @CorrettoriDibozzi
      Ah ok, il problema culturale. Potrebbero favorirlo (il condizionale e d'obbligo...) il cambiamento di paradigma, non da cambiare i rapporti di forza ... ma almeno da ampliare la consapevolezza presso i propri simpatizzanti. La questione è che non vogliono e/o non possono permettersi farlo.

      @Sergio Panzeri
      Infatti non ho mai detto che ci sia motivo per non farlo, anzi il fatto che come politicanti abbiano maggiore accesso al main-stream dei media rispetto ai comuni mortali, sarebbe garanzia di diffusione del messaggio. Ma per farlo, e quindi parlare dritto, dovrebbero rinunciare a quanto mi diceva Valsandra. E, per quanto mi riguarda e fino a prova contraria, in quel club (che menzionavo nella mia risposta) ci sta proprio l'ombra oscura dello Smacchiatore di Piacenza (Azdora la domenica, quando tira la sfoglia per rilassarsi...), che ho visto ora menzionato dal Prof. Bagnai come il loro problema.

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    9. @CorrettoreDiBozzi
      La vicenda argentina DOPO la rottura del PEG con il dollaro è una fonte di serenità e non l'opposto. E considera che l'Argentina ha gestito la pratica OCA in maniera assurda, difficile fare peggio. Le tigri asiatiche dopo la rottura del loro PEG con il dollaro hanno avuto un boom economico tale ( dopo un breve periodo di purgatorio che non va sottovalutato) che il calo durante la crisi sembra solo un piccolo bip della storia (non dimenticando l'onore ai caduti economici di quel periodo).
      Intendevo dire che l'ineluttabilità dell'evento non è condizionata dalla consapevolezza, il tipo di uscita successiva si. Più sei consapevole e meno ti fai male e meglio ti riprendi dopo. Quanto agli aneddoti argentini del 1993 sono IDENTICI a quelli italiani a Londra adesso, IDENTICI.

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    10. @ Robertobocco

      Concordo che solo il botto, il patatrac, puo' rimescolare le carte. Giacche' racconta con maestria gli odierni riti del potere, che allietano le masse da un diecimila anni, ogni volta diversi, ogni volta uguali. Dopo il botto, si respira aria pura per qualche anno, poi il magma si solidifica un'altra volta.

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    11. Certamente il loro problema è Bersani, ma non solo. E' un giovane gruppo dirigente che è cresciuto nel mito del "noi siamo quelli dell'euro", dell'Ulivo di Prodi e delle mistificazioni Repubblichine. In quel contesto sono nati e cresciuti, e un po ci credono ancora e oggi si rendono conto di essere privi delle parole adeguate per raccontare un'altra storia e per costruirla un'alta storia. Dirò di più: a parte i meriti oggettivi e incostestabili del prof e di Goofy, sono assai propenso a credere che se ci trovassimo in una situazione in cui Renzi non avesse vinto e al suo posto e al governo del PD ci fosse la vecchia ditta, col cavolo che oggi sentiremmo le stesse parole in bocca a D'Attorre, Fassina e compagnia bella. Ci racconterebbero che ci vuole più Europa, che l'Euro non è il problema e forse un pochino lo si potrebbe riformare e che tutto va bene madama la marchesa, ci siamo noi qui, fidatevi come avete sempre fatto. Siccome non hanno le palle per morire (metaforicamente) sul campo di battaglia favorendo la nascita di qualcosa di nuovo, possiamo serenamente dire che la nostra traversata è ancora molto lunga. Non è un pessimismo fine a sé stesso, è ragionato.

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    12. Michele, quando dico che il loro problema è Bersani lo dico in due sensi ben precisi: perché in quanto "vecchio" li espone alle bordate del "giovane", e perché in quanto principale sostenitore dell'austerità e dell'euro non può essere un credibile "padre nobile" di un movimento di rinnovamento nazionale. Ma loro altri padri a disposizione non ne hanno.

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    13. Quando si parla di Argentina si passa da quello che in televisione raccontava come all'ordine del giorno di agguati a mano armata nei garage, a quelli che descrivono la situazione argentina come un paradiso in terra.

      Robertobocco: ti faccio notare che dal 1993 al 2002, anno in cui l'Argentina abbandonò la parità fra peso e dollaro (il cambio fisso era stato adottato nel 1991, quando era ancora in vigore l'austral), passano circa 9 anni. Durante quegli anni l'inflazione è sotto controllo, ma l'industria nazionale viene svenduta ai capitali esteri e anche la classe media, che, mi raccontavano, in Argentina era ben più consistente e ricca che nel resto del Sud America, è sempre più in difficoltà.

      Dopodiché nel 2003/4 la situazione era quella raccontata nel documentario canadese The Take - La presa (che si può vedere anche su Youtube ed è coerente con altri resoconti che ho visto, letto o mi sono stati riportati direttamente). Al netto della retorica sull'auto-organizzazione, si può notare come siano tutti felici e molto ottimisti sul futuro per la grandissima opportunità che è stata loro data... o no?

      Azzardo l'ipotesi che, ad oggi, nessuno abbia spiegato in modo chiaro al grosso della popolazione argentina ciò che gli hanno fatto, ovvero il romanzo di centro e di periferia (ciclo di Frenkel).

      Mi spiego così, almeno in parte, perché il governo argentino avrebbe taroccato le statistiche sull'inflazione (che sarebbe stata 3 volte le stime ufficiali): ci sarebbe stato il timore che un'inflazione alta potesse venire interpretata come segnale dell'arrivo di un nuovo disastro (non mi stupirei se l'alta inflazione venga vista come causa diretta di, nell'ordine: ascesa di Menem, svendita del paese ai capitali esteri e default). Torniamo così alle categorie interpretative della realtà.

      Ma poi se bastasse lasciar fare al mercato perché sono 4 anni che l'autore di questo blog sta buttando sangue per cercare di costruire consapevolezza riguardo la realtà della situazione?

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  63. Ma non si era, comunque, previsto un certo fuggi-fuggi, con l'avvicinarsi di una maggiore "durezza del vivere"?

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  64. @Carlo Guadagni
    La volontà, manca questo (a limite, sperando di sbagliarmi).
    Se credi in una cosa, ci metti anima e corpo.
    Loro non vogliono esporsi (hanno paura, Renzie è terribile da questo punto di vista).
    E' questione di cadrega ma anche di altro evidentemente.

    Te pensi che se uno avesse volontà, incominciando a girare nei circoli non prenderebbe consensi?
    ovvio che il partito si spaccherebbe (sarebbe la parte perdente) e loro sarebbero la minoranza.
    ma indebolirebbero fortemente il PD.

    perché quelli del PD in genere sono irriducibili ma sino ad un certo punto!
    i miei mi dicevano sempre che un comunista è di facciata e il voto lo cambia facilmente.
    ma ce ne sono di brave persone e parlando con uno di questi (del PD) dopo avergli spiegato l'euro mi ha risposto:
    "quindi è colpa di Prodi?"
    yes

    Ci sono temi come lavoro, scuola, welfare che PER TANTE PERSONE SONO CARISSIME..
    la situazione sta crollando e a livello locale (con forte concorrenza pure qua a livello di cadrega) molti potrebbero smarcarsi.

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  65. Probabilmente i motivi sono quelli che dici tu: la cadrega. Una cadrega sorretta dai consensi, non solo quelli della propria base ma sopratutto quelli dei propri compagni di club. Un club che, anche se attualmente minoranza nel partito, è pur sempre un elite che lotta per contendere il potere, e purtroppo oggi in Europa nessun politicante può apparecchiarsi al tavolo del potere (con la sua cadrega) raccontando completamente la verità sull'euro e agendo concretamente e coerentemente con i propri elettori e simpatizzanti (quei pochi che gli sono rimasti...).
    Poi possono esserci anche altri motivi, come tu ipotizzi, magari inerenti alla sfera personale, tipo personalità perennemente tentennante ... Ma qui mi guardo bene dall'esprimermi, dal momento che non conoscendo le persone sarebbe sciocco dare giudizi, oltre che scorretto. Vieppiù in un campo minato come la sfera personale.

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  66. @Sergio Panzeri
    al peggio non c'è mai fine ed ho l'impressione (così come da noi) che la paura non è solo una minaccia palese ma l'idea di dover combattere contro un orco.
    Semplicemente si preferisce arrendersi, così come i leoni smettono di combattere (per non morire, anche se perdono poi alla fine tutto).

    Saranno minoranza ma..
    ragazzi, le file del PD saranno affollate di persone nuove che reclameranno il loro posto?
    Eh...
    per questo dico che se ci fosse la volontà (l'umanità, il coraggio e tutto ciò di positivo potrebbe avere un uomo che ha incominciato a fare politica per nobili ideali e poi si è sporcato le mani capendo cmq che il gioco è talmente violento che non bisogna girarsi indietro) questa minoranza mollerebbe fendenti e farebbe perdere grossi consensi.
    E ritorniamo al punto di partenza.
    ma perché non si fa?
    Avranno evidentemente altre ricompense..

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